Sinistre d’opposizione, un patto di unità d’azione e tre campagne
Ieri a Roma l'assemblea Nasce un coordinamento. I punti in comune: riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga; le 'vere' nazionalizzazioni, a partire dalle aziende che licenziano, delocalizzano, inquinano; la cancellazione dei decreti sicurezza e degli accordi con la Libia.
Ieri a Roma l'assemblea Nasce un coordinamento. I punti in comune: riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga; le 'vere' nazionalizzazioni, a partire dalle aziende che licenziano, delocalizzano, inquinano; la cancellazione dei decreti sicurezza e degli accordi con la Libia.
È andata oltre le aspettative «l’assemblea nazionale unitaria delle sinistre d’opposizione», promossa da Pcl (Partito comunista dei lavoratori), Pci e Sinistra Anticapitalista ieri a Roma al Teatro de’ Servi. In moltissimi sono rimasti fuori causa sala strapiena. In presidenza Marco Ferrando, Mauro Alboresi, Franco Turigliatto e Imma Barbarossa della minoranza interna del Prc. Prc che comunque era presente, così come Potere al Popolo. Fra le altre presenze, la minoranza Cgil «Riconquistiamo tutto», l’Sgb, il Si Cobas. Al dibattito sono intervenuti esponenti di aziende in lotta come Whirpool e Unicredit, e del movimento contro l’autonomia differenziata. L’assemblea «non sarà l’embrione né di un cartello elettorale né di un nuovo soggetto politico costruito in laboratorio», ha spiegato Ferrando in apertura. «Ma vuol essere una strumento di unità d’azione sul terreno della lotta di classe e dei movimenti sociali». Forte il richiamo allo sciopero generale francese contro «la legge Fornero di Macron».
La tesi è che solo un fronte di opposizione di massa può fermare la destra che invece viene concimata «dalla continuità delle politiche padronali del governo Pd, M5S, Renzi, Leu, e dalla subalternità della sinistra parlamentare e dei vertici Cgil». Varate tre campagne: per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga; per le nazionalizzazioni, a partire dalle aziende che licenziano, delocalizzano, inquinano; per la cancellazione dei decreti sicurezza e degli accordi con la Libia.
Nasce un «coordinamento nazionale dell’unità d’azione», per fine gennaio viene annunciata una giornata di mobilitazione.
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