Europa

Sinistra unita contro l’austerità

Sinistra unita contro l’austeritàUn presidio italiano di solidarietà al popolo greco svoltosi mercoledì

In Piazza Oggi pomeriggio a Roma per manifestare solidarietà alla battaglia greca. L’iniziativa partita con l’appello «Cambia la Grecia, cambia l’Europa» fa sfilare in contemporanea con altri paesi europei partiti, associazioni, movimenti e sindacati. C’è anche Cofferati. La Cgil: ammanco di 300 miliardi truccando i dati sulla crescita

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 14 febbraio 2015

Atene chiama, la sinistra risponde. Per una volta uniti, tutti i partiti, le associazioni e i movimenti della sinistra italiana si ritroveranno questo pomeriggio in piazza a Roma in un corteo dove le bandiere d’appartenza si mescoleranno. In nome della battaglia contro l’austerità portata avanti da Alexis Tsipras, Yanis Varoufakis e da gran parte – gli ultimi sondaggi danno oltre l’80 per cento di consenso per il nuovo governo – del popolo greco.

L’appuntamento per la manifestazione nazionale di Roma, che andrà in scena in contemporanea con parecchie altre capitali europee, è per le 14 a piazza Indipendenza. Dà lì partirà il corteo che – attraversando via Cavour, via Merulana e via Labicana e incrociando le dita per evitare la pioggia – arriverà al Colosseo dove dalle 16 sul palco si alterneranno gli interventi di lavoratori, esponenti della cultura e – soprattutto – di due dei protagonisti della battaglia di Syriza: l’economista Haris Golemis, direttore del Nicos Poulantzas Institute di Atene (una sorta di Istituto Gramsci ellenico) e Argiris Panagopoulos, giornalista di Avgi e dirigente del partito.

Adesione dell’ultima ora anche da parte di Sergio Cofferati. L’ex segretario generale della Cgil, appena uscito dal Pd dopo le indagini giudiziarie sulle primarie in Liguria, va a completare un lungo elenco di partiti e personalità. Da Sel a Rifondazione, da L’Altra Europa a Sinistra Critica, fino a tanti esponenti della sinistra Pd: da Stefano Fassina a Pippo Civati, da Alfredo D’Attorre a Vincenzo Vita.
Ieri sono arrivate le ultime adesioni di un elenco lunghissimo anche per quanto riguarda le associazioni: No Tav e Comunità San Benedetto al Porto di Don Gallo sono le ultime assieme alle ultime federazioni della Cgil: Fisac (bancari), Fillea (edili), Nidil (precari) che affiancano la Fiom, la Flc (scuola e conoscenza) e la Fp (comparto pubblico).

Proprio la Cgil ieri ha ribadito le ragioni della sua adesione – Susanna Camusso sarà presente in piazza, dal palco dovrebbero parlare cinque lavoratori – rendendo pubblico uno studio molto interessante. Rapportando le stime del Pil di questi anni di crisi alla realtà a posteriori, la Cgil calcola uno scostamento di 300 miliardi, pari al 14,3 del Pil in più stimato dai vari governi che si sono succeduti. «Errori» che dimostrano, accusa la Cgil, come «la metodologia di calcolo venga piegata dalle contingenze politiche». Svelando dunque un’altra faccia della strategia su cui punta l’austerità imposta dall’Europa: sostenere che le politiche di tagli di spesa portino alla crescita del Pil quando invece i dati – della Grecia soprattutto – dimostrano il contrario.

D’altra parte in sei degli ultimi sette anni lo sbaglio è stato sempre lo stesso: «una sovrastima della crescita per l’anno successivo». Lo stesso che si commetterà anche per il 2015 per il quale ancora una volta «i modelli previsionali calcolano una ripresa che non ci sarà». «Siamo di fronte ad un clamoroso errore scientifico o questo “ottimismo per l’anno dopo” nasconde l’intento di ostacolare un dibattito sulle alternative necessarie circa la politica economica?», si chiede il segretario confederale, Danilo Barbi, secondo il quale la realtà è che i sistemi di calcolo, già utilizzati prima della crisi, «non sono stati aggiornati», cioè «non è stata computata la crisi di domanda, ovvero il calo dei consumi e degli investimenti». Inoltre, prosegue , «il protrarsi di uno sbaglio simile rivela la volontà di dire che non c’è nulla da cambiare nelle strategie economiche, basta aspettare perché le cose si aggiustino da sole».

Proprio da qui è partita Syriza. E potrà partire la sinistra italiana.

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