Lavoro

Sindacati di base, domani sciopero generale di 24 ore contro Jobs Act e «piano scuola»

Sindacati di base, domani sciopero generale di 24 ore contro Jobs Act e «piano scuola» – reuters

Lavoro Unione Sindacale di Base, Or.S.A. e Cib Unicobas sfileranno in venti città contro il governo Renzi: "La legge di stabilità è un vero e proprio ossequio ai diktat della Troika che pretende, in cambio di un po’di flessibilità sui parametri macro economici la distruzione definitiva del welfare"

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 23 ottobre 2014

Domani è il giorno dello sciopero generale di 24 ore proclamato dall’Unione Sindacale di Base, Or.S.A. e Cib Unicobas. «È la risposta urgente e netta alle politiche contro il mondo del lavoro, attuate da Renzi in continuità con i governi precedenti, in spregio al Parlamento e sotto dettatura della troika» spiega il sindacato che non ritiene una reazione sufficiente la manifestazione della Cgil a Roma prevista per sabato 25. Lo sciopero generale coinvolgerà tutti i settori del lavoro pubblico e privato: dai trasporti alla sanità, dalla ricerca alla grande distribuzione, con manifestazioni provinciali e regionali nella piazze di tutta Italia. Le manifestazioni annunciate dall’Usb, insieme a Orsa e Unicobas, sono al momento venti: nel Lazio a Roma a Piazza dell’Esquilino alle 9.30; a Milano in Piazza San Babila (9.30); a Bologna in Piazza XX Settembre ( 9); a Firenze in Piazza Santa Maria Novella (10); a Napoli in Piazza Mancini (9.30). L’opposizione è contro la legge finanziaria in preparazione, il Jobs Act e il «piano Scuola» Renzi-Giannini.

«Per regalare a Squinzi il sogno del taglio dell’Irap Renzi sacrifica uno dei settori strategici per il Paese» sostiene Cristiano Fiorentini, dell’Esecutivo Nazionale Usb Pubblico Impiego. L’elenco della manovra è lungo: c’è la soppressione dell’Inea, il ridimensionamento del Cra, il taglio del fondo Miur destinato agli Enti Pubblici di Ricerca, il pesante ridimensionamento dell’Isfol contenuto nel Jobs Act. «Il Governo – continua Fiorentini – sta realizzando il riassetto di fatto degli Epr, dopo aver annunciato una riforma che non si è mai vista». Il quadro del settore è drammatico: Iss e Enea sono commissariati, Ispra è a rischio commissariamento, precari in mobilitazione dappertutto, dall’Istat all’Iss, passando per il Cra, l’Inea e l’Ingv. «Peraltro tutti gli enti -sottolinea Fiorentini- stanno andando in sofferenza economica, in seguito ai tagli dei bilanci previsti dalla spending review che metteranno a rischio il lavoro di migliaia di precari.

«È chiaro che per Renzi la ricerca pubblica va smantellata, ma deve essere altrettanto chiaro che noi non glielo permetteremo». Dura è la polemica sulla centralità dell’impresa, e degli interessi di Confindustria, nella legge di stabilità. «È inaccettabile che ancora una volta si faccia cassa sul pubblico impiego per far ridere Confindustria – sostiene Daniela Mencarelli, dell’Esecutivo nazionale Usb pubblico impiego – siamo furibondi per l’atteggiamento di scherno e di derisione di Renzi e dei ministri del suo governo verso le proteste che salgono forti dal mondo del lavoro pubblico. La legge di stabilità – è un vero e proprio ossequio ai diktat della Troika che pretende, in cambio di un po’di flessibilità sui parametri macro economici, la distruzione definitiva del welfare e l’annullamento delle conquiste del movimento dei lavoratori, nel pubblico come nel privato. Basti per tutti l’esempio dei tagli di 600 milioni alla scuola e alla ricerca pubblica e il finanziamento di ulteriori 200 milioni alle scuole private».

Il sostegno allo sciopero generale ieri è venuto da Giorgio Cremaschi «Il mondo del lavoro sta subendo il più duro attacco dal 1945 ad oggi è questo attacco può scatenarsi in tutta la sua portata restauratrice e reazionaria anche per i decenni di moderatismo, complicità e di politica del meno peggio del sindacalismo confederale guidato da Cgil, Cisl e Uil sostiene Cremaschi – Bisogna ricominciare a lottare partendo da una netta rottura con il modello sindacale concertativo e con il suo ultimo prodotto, il testo unico sulla rappresentanza. Solo una rottura di massa con quel modello sindacale potrà fermare l’attacco del governo e del sistema padronale finanziario».

Lo sciopero ha ricevuto l’adesione anche dalla Fsm/Wftu, la più antica confederazione internazionale dei sindacati, con oltre 90 milioni di iscritti in tutto il mondo.

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