Alla morte di Vladimir Majakovskij, nel 1930, Roman Jakobson scrisse un epicedio memorabile cui diede il titolo Una generazione che ha dissipato i suoi poeti. Elenca i poeti fucilati (Gumilëv), suicidati (Esenin, oltre allo stesso Majakovskij), morti di stenti (Blok, Chlebnikov). Tutti spariti fra i trenta e i quarant’anni. Ne aveva settanta, invece, Simone Carella quando è morto dopo lunga malattia, il 28 settembre, in una clinica romana. Ma è vero quanto scritto dall’amico e complice Franco Cordelli: «A un certo punto mi sono guardato attorno e mi sono chiesto: perché i registi che ho amato sono già morti? Morti...