A mettere in situazione la tragedia, nei romanzi di Simenon, è spesso l’ostinazione di un clima o di uno stato di salute, è la perseveranza maligna e strutturale degli agenti esterni – pioggia o neve, più di rado sole e arsura – e della malattia sia pure banale come un raffreddore ma sfiancante. Questo può bastare, fin dall’inizio, a creare l’intero teatro dell’azione e a contrassegnare il protagonista, a farcene subito sospettare un destino di oppressione. All’implacabile umidità esterna corrisponde un naso che cola, tumefatto, arrossato, irritante, deprimente. «C’è puzza di malato, qui», è la battuta con cui entra in...