Quanto la scrittura di Simenon sia legata all’acqua dicono le molte storie in cui canali, torrenti, mari e dighe, ma anche solo pioggia incessante, fanghiglia e coltri di neve, hanno ruolo decisivo, non solo paesaggistico, ma compartecipe, corresponsabile. È un «vapore puzzolente di merluzzo», peraltro, il teatro del primo tra i suoi «romans durs», Il passeggero del Polarlys, pubblicato nel 1932 (Adelphi, 2016). Una nave sulla rotta Amburgo-Kirkenes, in mezzo a «brandelli di nebbia». A pochi anni di distanza, nell’estate del 1934, Simenon propone un’altra crociera – la sua questa volta, in acque senza brume, solari e calde come sono...