Fernando Pessoa, nel Libro dell’inquietudine, lo chiamava «dentro de mim»: il dentro-di-me. Bernardo Soares, affacciato alla finestra della sua interiorità, trascorre la vita intera, in silenzio, a osservare il di-fuori e il di-dentro. Come ha scritto Antonio Tabucchi, «anche quel “dentro” è un luogo estraneo e ignoto al suo abitatore, un “dentro” in affitto, la camera di un albergo che Soares divide con altri se stesso che egli non conosce». Quanti sé stessi abitano il di-dentro di ciascuno di noi? E come dialogare con tutti, nel lungo cammino del conosci te stesso che coincide con l’esistenza? Pessoa inventava i suoi...