Europa

Silenzio Cdu-Spd sul «grosso» massacro

Kunduz La guerra in Afghanistan è lontana. In Germania nessuna reazione alla sentenza del tribunale di Bonn

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 14 dicembre 2013

L’Afghanistan è lontano: non una reazione alla sentenza del tribunale di Bonn che dà ragione al ministero della difesa, dalle due principali forze politiche, i democristiani (Cdu) e i socialdemocratici (Spd): si intuisce la soddisfazione per la decisione dei giudici. Al momento dell’attacco su Kunduz, infatti, governava la prima grosse Koalition guidata dalla cancelliera Angela Merkel, con il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier agli esteri.

Poche settimane dopo il governo cambiò composizione, a seguito delle elezioni: i liberali della Fdp presero il posto della Spd. La gestione della vicenda costò la poltrona al ministro della difesa Franz Josef Jung, colpevole di avere inizialmente negato vittime civili. Il suo successore Theodor zu Gutemberg riconobbe che si era trattato di un’operazione «militarmente inopportuna». L’auto-assoluzione della Repubblica federale lo scorso mercoledì è fortemente contestata dalla Linke: per la deputata Christine Buchholz c’è molta «arroganza occidentale» dietro un verdetto che rappresenta «un via libera per nuovi crimini di guerra».

Per il responsabile difesa dei Verdi, Omid Nouripour, «l’esito del processo può essere giuridicamente comprensibile, ma il governo dovrebbe risarcire le vittime». Critiche anche dal quotidiano della sinistra alternativa «die taz» e dalla testata della radiotv pubblica, che lamentano l’assenza di scuse ufficiali agli afghani. Di avviso diverso la scandalistica «Bild» che rivendica: «L’azione di Kunduz era giustificata, e la sentenza è corretta».

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