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Sicurezza dei vaccini: l’84% delle segnalazioni riguardano eventi non gravi

Sicurezza dei vaccini: l’84% delle segnalazioni riguardano eventi non gravi

Covid Presentato il rapporto annuale dell'Aifa. Le segnalazioni riguardano anche 758 decessi, ma solo in 22 si è trovato un nesso

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 10 febbraio 2022

In circa un anno di campagna vaccinale, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha raccolto 118 mila segnalazioni di possibili effetti avversi legati ai vaccini. Per l’84% si tratta di eventi «non gravi». Per il restante 16%, poco meno di 20 mila casi, gli eventi sono ritenuti «gravi», definizione che racchiude anche casi di febbre alta, mal di testa e reazioni locali. Le segnalazioni non rappresentano inoltre una prova di un nesso causale tra malessere e vaccinazione. Ad esempio, le segnalazioni riguardano anche 758 decessi, ma solo in 22 si è trovato un nesso con il vaccino. Sono queste le cifre più importanti presentate dall’Agenzia Italiana del Farmaco nel rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid-19.

In proporzione alle somministrazioni, le segnalazioni più frequenti riguardano il vaccino AstraZeneca. Dopo la prima dose le reazioni avverse comunicate sono state 329 su centomila somministrazioni, circa il triplo degli altri vaccini. Nelle dosi successive, il tasso di segnalazione cala drasticamente, da 163 (prima dose) a 22 (terza dose) per centomila vaccinazioni.
Se ci si limita alle segnalazioni di effetti «gravi», il vaccino Pfizer ne fa registrare 15 ogni centomila dosi, ma solo in 4 su centomila è stato confermato un nesso causale, con un netto calo tra le prime dosi e il booster. Per Moderna sono 12, di cui 3,3 correlabili al vaccino. Più elevate le cifre del vaccino AstraZeneca (38 segnalazioni su centomila, di cui 13 confermate) e Johnson & Johnson (22 su centomila, di cui 6,5 confermate).

I 758 decessi segnalati dopo le vaccinazioni hanno riguardato soprattutto il vaccino J&J (1,9 casi ogni centomila dosi) e meno di tutti quello Moderna (0,6 segnalazioni ogni centomila dosi). Solo per 22 casi, cioè 2 per milione di vaccinazioni, si è stabilito un nesso causale con il vaccino, in base a un algoritmo messo a punto dall’Oms. 10 casi hanno riguardato i casi di trombosi legati ai vaccini adenovirali e altri 10 sono casi di «fallimento vaccinale», ovvero di persone che si sono ammalate tre le 3 settimane e i 7 mesi successivi alla vaccinazione. Gli altri due casi riguardano pazienti fragili per età e altre patologie.

Inferiori le reazioni segnalate nelle vaccinazioni pediatriche. Nella fascia 5-11 anni sono state segnalate 1,7 reazioni gravi ogni centomila dosi Pfizer. Nella fascia 12-16 anni, 6,5 per Pfizer e 9,2 per Moderna). L’esame del nesso causale ha stabilito una correlazione con il vaccino in meno della metà delle segnalazioni (45%). I decessi segnalati in bambini vaccinati da poco sono stati tre, tutti con gravissime patologie. Ma in nessuno è stato stabilito un nesso causale.

I giovani sono più soggetti a miocarditi e pericarditi dopo le vaccinazioni a mRna. Nei maschi tra i 17 e i 19 anni sono segnalate 2,5 miocarditi ogni milione di dosi, mentre le pericarditi arrivano fino a 9 casi per milione nelle donne tra i 20 e i 29 anni, con una media complessiva di 4,1 casi. Infine, il rapporto non ha evidenziato particolari rischi derivati dai vaccini né dal punto di vista della fertilità né da quello della gravidanza.

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