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«Siamo rivolta». La marcia femminista parte da Roma

«Siamo rivolta». La marcia femminista parte da Roma

Trans Freedom March Oggi la manifestazione da piazza Venezia, domenica a San Lorenzo assemblea nazionale in vista dell’8 marzo

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 22 novembre 2019

Sarà un fine settimana di lotta e di confronto quello a cui si prepara il movimento transfemminista italiano. Nei giorni che precedono il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza di genere contro le donne, si scenderà domani in piazza a Roma con un corteo nazionale, mentre domenica 24 si terrà un’assemblea plenaria della rete Non Una Di Meno. «In tutto il mondo le donne sono in rivolta contro la violenza patriarcale, razzista, istituzionale, ambientale ed economica», scrivono le attiviste nell’appello di convocazione. Il corteo sarà in collegamento con Messina dove ci sarà una manifestazione parallela per chi, soprattutto dalla Sicilia, non ha la possibilità di raggiungere la Capitale.

A Roma si parte alle 14 da piazza della Repubblica, in apertura ci saranno i centri antiviolenza femministi, le case delle donne, gli spazi femministi e le assemblee delle donne dei consultori. Gli incontri della domenica invece saranno dislocati in diversi spazi del quartiere San Lorenzo: il Nuovo Cinema Palazzo, Esc Atelier, Communia e Il Grande Cocomero. La giornata sarà articolata in cinque tavoli tematici con l’obiettivo di organizzare le campagne politiche dei prossimi mesi e di porre solide basi in vista dello sciopero dell’8 marzo. La ricchezza di contenuti di queste giornate è ben espressa dalle tracce di discussione che animeranno la domenica. Dall’attacco agli spazi di autogestione femminile fino alle istanze sociali come la precarietà e l’assenza di welfare.

Un altro focus è costituito dai temi dell’immigrazione e del razzismo. Il movimento transfemminista si schiera da anni per la libertà di movimento e contro le aberrazioni dei Decreti sicurezza. Aborto, obiezione di coscienza e diritto alla salute e all’educazione sessuale sono i cardini del tavolo «Salute e autodeterminazione», mentre in «Femminismo e violenza ambientale» si tematizza la sinergia con le lotte ecologiste, costruita nei mesi precedenti attraverso incontri con i nodi locali dei Fridays For Future. «Mentre ci prepariamo a scendere in piazza ci raggiunge la notizia del femminicidio di Daniela Carrasco in Cile. La violenza maschile è sempre di più uno strumento politico e sociale per addomesticare le donne e le persone “lgbtqipa+”. Per questo a quattro anni dalla prima marea femminista siamo ancora in marcia per dire che siamo libere e vogliamo distruggere il sistema patriarcale che ci opprime e ci sfrutta», dice Serena Fredda di Non Una Di Meno Roma. La mobilitazione comincia già da oggi, alle 19 da piazza Venezia, con la Trans Freedom March, manifestazione per i diritti delle persone transgender che si tiene a Roma pochi giorni dopo il TdOR (Transgender day Of Remembrance), giornata della memoria per le vittime di transfobia.

«Sappiamo che la violenza può colpire chiunque di noi e che non ha passaporto, colore né classe sociale, ma spesso ha le chiavi di casa», si legge ancora nell’appello che conclude «Di fronte alla violenza di questa società non facciamo un passo indietro: noi siamo rivolta!».

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