Siamo le studentesse e gli studenti accampati
Lettera aperta al presidente del Consiglio Ci battiamo per il diritto allo studio. Ci ascolti e apra un confronto sulle nostre proposte
Lettera aperta al presidente del Consiglio Ci battiamo per il diritto allo studio. Ci ascolti e apra un confronto sulle nostre proposte
Gentile Presidente Meloni, siamo le studentesse e gli studenti accampati davanti alle università. Siamo gli studenti che non riescono a pagare l’affitto. Siamo gli studenti che non hanno ancora ricevuta la borsa di studio a causa delle scarse risorse. Siamo gli studenti che hanno creduto invano nell’opportunità del PNRR. Siamo gli studenti che vedono negarsi ogni giorno un diritto costituzionale: quello allo studio.
Ad aprile avevamo piantato le tende in tutto il Paese, chiedendo al Governo delle risposte alla crisi abitativa. Abbiamo ricevuto tante promesse, le quali però non si sono tradotte in fatti concreti. Da mesi chiediamo rassicurazioni sulla copertura delle borse di studio, ma abbiamo dovuto aspettare settembre per vedere pagate quelle del precedente anno accademico. In 4974 abbiamo dovuto aspettare un anno per vedere l’aiuto economico di cui avevamo diritto e, purtroppo, quest’anno saremo ancora di più se non verranno accolte le nostre proposte.
Come Unione degli Universitari, abbiamo deciso di tornare a manifestare in 25 città: con la mobilitazione nazionale “Vorrei un futuro qui” vogliamo esprimere tutta la nostra delusione verso la politica, lanciando un grido di allarme. Con la legge di bilancio vicina, ci chiediamo se il Parlamento troverà il coraggio di fare scelte a favore delle nuove generazioni. Servono risorse per garantire maggiori borse di studio, realizzare alloggi pubblici, limitare i canoni di locazioni per escludere la speculazione, intervenire sul caro libri e sul caro trasporti, abbattere le spese necessarie per tutelare la nostra salute mentale e rivedere gli incentivi fiscali. Perché non è normale che un operaio paghi più tasse di chi affitta una camera a mille euro al mese.
A Roma, davanti alla tendopoli della Sapienza, abbiamo esposto un assegno gigante da due miliardi. Questa è la cifra che servirebbe per garantire il Diritto allo studio a tutti coloro che non riescono a permettersi di studiare all’Università. Eppure, dobbiamo leggere che il Ministro delle Infrastrutture pensa a un piano casa, ma per la borghesia! Mica per gli studenti accampati!
Intanto, stiamo utilizzando gran parte delle risorse del PNRR per alloggi privati, molto costosi, rendicontando posti letto come nuovi quando, in realtà, non lo erano.
Lei ha sostenuto che noi odiamo gli italiani. Ma noi ci stiamo battendo per il nostro diritto allo studio. E se questo Parlamento preferirà voltarsi dall’altra parte, noi continueremo a manifestare, a piantare tende e farci sentire. Ma poi non stupitevi se, nel nostro Paese, i 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario sono soltanto il 27% contro una media Ue27 che raggiunge il 42%.
Le chiediamo di ascoltarci, le chiediamo di accettare di confrontarsi con noi, aprendo un tavolo operativo sulle nostre proposte, che ci veda partecipi e che sia funzionale a trovare soluzioni nel minor tempo possibile. Vogliamo collaborare, ma questo Governo vorrà trovare i due miliardi da investire sulle nuove generazioni, permettendoci di non sentirci più invisibili e di tornare, finalmente, ad immaginare un futuro nel nostro Paese?
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