Le voci critiche dei presidi: «No alla distinzione tra vaccinati e non»
Il caso Rientro in classe con le regole decise last minute
Il caso Rientro in classe con le regole decise last minute
Il rientro in classe per 600 mila studenti ieri è stato reso più difficile dalle regole sulle quarantene approvate all’ultimo secondo dal governo solo venerdì. Nelle scuole per l’infanzia, dove i bambini non sono vaccinati, si resterà in presenza fino a quattro casi di positività. Lo stesso avverrà alle elementari: con cinque o più casi di positività al Covid nella stessa classe. I vaccinati e i guariti da meno di 120 giorni o dopo il ciclo vaccinale primario, i vaccinati con dose di richiamo e gli esenti dalla vaccinazione proseguiranno l’attività in presenza con la mascherina ffp2 (sia nel caso dei docenti che degli alunni sopra i 6 anni). Alle scuole medie e superiori con un caso di positività nella stessa classe l’attività didattica prosegue per tutti con l’utilizzo di mascherine ffp2. Con due o più casi di positività i vaccinati e i guariti da meno di 120 giorni o dopo il ciclo vaccinale primario, i vaccinati con dose di richiamo e gli esenti dalla vaccinazione proseguono l’attività in presenza con l’utilizzo di mascherine ffp2.
«Molti alunni che sarebbero dovuti rientrare oggi a scuola non hanno potuto farlo – ha spiegato Cristina Costarelli (presidi Lazio) – Una norma che cambia dall’oggi al domani genera confusione; noi abbiamo cercato di avvisare le famiglie, soprattutto nella giornata di ieri, dopo aver avuto la nota della Regione Lazio. Chi era a posto con il Green pass è rientrato senza problemi ma chi era in quarantena e doveva fare il tampone non sempre ieri è riuscito a farlo»
«Oggi abbiamo accolto con un animo più sereno gli studenti – ha detto Riccardo Rossini, (Presidi Anp Marche) – sono fortemente contrario alla distinzione degli studenti in base alla condizione vaccinale – prosegue Rossini – anzi, devo dire che, la percentuale dei vaccinati è così alta alle superiori da considerare accettabile il rischio apportato dai non vaccinati. Per cui basta restrizioni e tornino tutti in presenza, accettando anche questo rischio residuo. Si metta, piuttosto in sicurezza, il personale scolastico con la somministrazione della terza dose».
«La decisione presa per una fascia debole non protetta dal vaccino, ci ha lasciato perplessi come educatori – ha detto Mario Rusconi (presidi Roma) – Le scuole devono essere in contatto con i medici di base e le varie aziende sanitaria che non stanno dando il meglio. Alcune Asl staccano il venerdì a mezzogiorno e ripartono il lunedì’, come se il Covid si prendesse una pausa durante il weekend».
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