Sì, Orioles potrà andare in pensione: ok alla Legge Bacchelli
Il giornalista antimafia Il tam tam sui social vince: il premier Gentiloni concede l’ambito riconoscimento. E ripartono «I Siciliani»: la nuova edizione della storica testata presentata ieri a Parigi
Il giornalista antimafia Il tam tam sui social vince: il premier Gentiloni concede l’ambito riconoscimento. E ripartono «I Siciliani»: la nuova edizione della storica testata presentata ieri a Parigi
Per la prima volta i benefici della Legge Bacchelli saranno dati a chi ha combattuto le mafie con due semplici strumenti: la penna e la costanza. Riccardo Orioles da ieri è finalmente andato “in pensione”, ma ciò ovviamente non servirà a farlo stare a riposo. Anzi. Da mesi la campagna #MandiamoInPensioneOrioles, nata il 26 dicembre 2016 con una petizione su Change.org, chiedeva al governo di dare un riconoscimento al giornalista nato a Milazzo 67 anni fa.
Fondatore de I Siciliani con Pippo Fava, il giornalista antimafia Riccardo Orioles non ha mai lavorato, in 40 anni di onorata carriera, con contratti di lavoro e retribuzioni da “giornalista”. È riuscito a racimolare solo 4 anni di contributi grazie al settimanale Avvenimenti negli anni Novanta. Per questo da anni viveva con una pensione sociale di poco più di 400 euro. Soldi con cui far fronte agli acciacchi della vecchiaia, alle cure quotidiane, alle spese per i farmaci.
La campagna, soprattutto sui social media, ha avuto un successo e un’eco incredibile: oltre 32 mila firme in pochissimi giorni e tanti testimonial – da Roberto Saviano a Pif passando per Ninni Bruschetta e Lorenzo Vizzini – che hanno moltiplicato l’effetto della petizione. Ma il più bel risultato è stato ritrovarsi in tanti, donne e uomini che sono stati formati dal maestro di strada e di giornalismo Riccardo Orioles e che per questa causa hanno dato tutto: sebbene abbiano un’età che va dai 25 ai 60 anni, sono sempre “carusi”, come quelli di Pippo Fava. Si sono rincontrati dopo anni e anni di distanza, in un gruppo su facebook frequentato quotidianamente da 700 persone. E insieme stanno pianificando il nuovo numero de I Siciliani giovani, ieri presentato a Parigi proprio dal direttore Riccardo Orioles.
In questi mesi ognuno ha dato il suo apporto: gli artigiani siciliani hanno donato cioccolata, vino e birra etichettandole con un Orioles disegnato da Mauro Biani, i promotori della campagna hanno pubblicato i suoi libri sugli store digitali, le ragazze e i ragazzi di Worth Wearing hanno realizzato le t-shirt con le illustrazioni di grandissimi disegnatori coordinati da Gianpiero Caldarella. Sarebbe difficile nominarli tutti per ringraziarli. Ma il loro unirsi, il loro lavoro in rete, è stato ed è un fatto politico.
La politica, quella delle istituzioni, ha dimostrato di essere sensibile ai temi partiti e condivisi dal basso. Innanzitutto il premier Paolo Gentiloni, che in questi mesi ha tenuto un filo diretto con i promotori della campagna e ha raccolto l’appello di fine anno del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino. E poi i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, primi firmatari insieme a Rosy Bindi, Claudio Fava, Celeste Costantino, Fausto Raciti, Massimo Bray, Gennaro Migliore, Sergio Boccadutri e tanti, tantissimi, altri. Senza dimenticare la Fnsi e l’instancabile Beppe Giulietti.
Insomma questa è una vittoria di tutti, de I Siciliani, dell’antimafia sociale (che non è mai stata in crisi), dei ragazzini dell’associazione Gapa del quartiere San Cristoforo a Catania, delle famiglie di Librino. È tutto merito di Riccardo e delle connessioni positive che ha creato in questi decenni di impegno antimafia. E noi, nel nostro piccolo, per ringraziarlo, gli abbiamo finalmente dimostrato che sappiamo fare rete. Alla faccia dei cavalieri dell’apocalisse mafiosa!
*Campagna #MandiamoinpensioneOrioles
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