Quando Luigi Di Maio, alle 9 del mattino di una giornata in cui tutto pare perduto, si presenta a casa di Giuseppe Conte non si limita essere il portavoce di una proposta di mediazione. LO SCOPO del ministro degli esteri è convincere il promesso leader che una rottura con Beppe Grillo non servirebbe a nessuno dei contendenti. Porterebbe alla nascita di due soggetti, il M5S de-contizzato di stretta osservanza grillina e il Partito di Conte, destinati ad avere poco peso e a mettere in evidenze le proprie debolezze. Esce dall’incontro senza parlare, subito dopo incrocerà Roberto Fico ai margini di...