L’estate più rovente degli ultimi anni ha spinto l’Inps e l’Inail ad autorizzare il riconoscimento della cassa integrazione quando il termometro supererà i 35 gradi nei posti di lavoro.
La battaglia sindacale , aperta per evitare la moltiplicazione dei malori che hanno colpito diversi lavoratori, ha prodotto anche un altro risultato. La cassa integrazione potrà essere percepita anche quando le temperature saranno «percepite» e non solo reali. Questo potrebbe dunque portare a una maggiore flessibilità nel riconoscimento della tutela del benessere psicofisico in una situazione climatica estrema. Non intervenire in queste condizioni, questo è stato il ragionamento diffuso tra i lavoratori, potrebbe addirittura essere all’origine di incidenti sul lavoro e di infortuni, oltre che dei malori.

Nella nota congiunta diffusa ieri dall’Inps e dall’Inail sono state inoltre chiarite le tipologie di lavoro che potrebbero usufruire della cassa integrazione per prevenire «le patologie da stress termico». Si tratta dei lavori di stesura del manto stradale, dei lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, delle lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche di tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.

Nella domanda e nella relazione tecnica l’azienda dovrà indicare le giornate di sospensione, di riduzione dell’attività lavorativa e specificare il tipo di lavorazione. L’Inps acquisirà i bollettini meteo e li incrocerà con i lavori interessati. La cassa integrazione ordinaria sarà riconosciuta in tutti i casi in cui sussistano rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

«Ci auguriamo che venga anche superata la scarsa propensione delle aziende ad utilizzare questo strumento – sostiene Giulia Bartoli (Fillea Cgil) – Ora non ci sono più scuse. Bisogna proteggere la salute e la vita dei lavoratori nei cantieri, nelle cave, nelle fabbriche». «I fenomeni climatici estremi aumentano il rischio di infortuni sul lavoro e abbiamo dato una pronta, urgente e necessaria risposta» ha scritto su twitter il ministro del lavoro Andrea Orlando.