È arrivata alle regioni ieri in serata la bozza del prossimo dpcm che il governo dovrà approvare entro il 5 marzo e che regolerà le norme anti Covid fino al 6 aprile, Pasqua inclusa. Il testo è stato messo a punto nella Cabina di regia con il premier Mario Draghi e i ministri Roberto Speranza, Daniele Franco, Maria Stella Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti e Dario Franceschini, uno per ogni forza politica che regge la maggioranza. Nelle stesse ore il Comitato tecnico scientifico ha dato parere favorevole al nuovo protocollo di sicurezza da applicare alla riapertura di cinema, teatri, sale da concerto inclusi i musei anche nel fine settimana su prenotazione. Ma solo in zona gialla e fino alle 22.

LA BOZZA DEL DECRETO conserva il sistema a fasce di colore ma istituisce un tavolo tecnico per rivedere i 21 parametri che determinano l’Rt (come chiesto dalle regioni). Dal 27 marzo via libera agli spettacoli aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, cinema e altri spazi anche all’aperto ma con posti a sedere preassegnati e distanziati e previa approvazione di nuovi protocolli (cioè quelli presentati dal ministro Franceschini, su indicazione delle categorie, e approvati dal Cts ieri) che indichino anche il numero massimo di spettatori. «Restano sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto». Rimane lo stop alla mobilità tra regioni, consentito recarsi nelle seconde in zona gialla o arancione (anche se si trovano fuori regione) solo al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata.

Barbieri e parrucchieri vengono chiusi in zona rossa. No a fiere, congressi e discoteche anche in zona bianca. Vietate feste al chiuso e all’aperto, comprese le cerimonie civili e religiose. Restano sospese palestre, piscine, centri benessere, termali e ricreativi, sale scommesse, parchi divertimento. Permessa l’attività sportiva all’aperto con le regole in vigore adesso. Chiusi gli impianti sciistici. Resta il blocco della ristorazione alle 18, salvo l’asporto e la consegna a domicilio, quindi niente apertura serale dei ristoranti. Resta il coprifuoco alle 22. Ma c’è l’impegno a discutere nuovi ristori anche per le chiusure decise dalle regioni.

CAPITOLO SCUOLA: le classi secondarie di secondo grado «adottano forme flessibili di attività didattica, almeno al 50% e fino al 75% in presenza. Esclusa qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa». Giovedì una parte dei governatori (tra i quali Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania, Puglia) ha chiesto che il Cts si esprima sulla didattica in presenza alla luce delle nuove varianti, che a differenza dei ceppi precedenti circolano tra i più giovani. Il parere, richiesto per cautelarsi da possibili ricorsi al Tar, arriverà nei prossimi giorni ma, intanto, si moltiplicano le chiusure a livello locale.

IL GOVERNATORE CAMPANO, Vincenzo De Luca, ha annunciato il ritorno da lunedì alla didattica a distanza a causa dell’accelerazione dell’epidemia dovuta alla variante inglese. Ad Ancona e Macerata le classi delle superiori più le seconde e terze medie in Dad al 100% fino al 5 marzo. Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha istituito la zona arancione scuro nella città metropolitana di Bologna, che prevede la presenza solo per asili nido e materne.

Bonaccini, che è presidente della Conferenza delle regioni, giovedì ha incontrato il ministro dell’Economia per reiterare due richieste: ristori dal governo per le restrizioni imposte a livello locale e congedi parentali per i genitori. L’ultimo punto è stato ribadito ieri dal Pd lombardo: «Nessun congedo parentale previsto perché tecnicamente non si tratta di zona rossa decisa dal governo, ma di fascia rossa o arancione rafforzata prevista dalla regione. Per troppe famiglie questo è un ulteriore problema da risolvere».

FRANCESCHI, dopo il via libera dei tecnici, ha postato sui social la notizia delle riaperture delle sale per il 27 marzo, giornata mondiale del Teatro. Dal Cts però sono stati cauti: si dovrà farà il punto sulla situazione epidemiologica due settimane prima e quindi decidere se è possibile procedere. Le misure di prevenzione includono misurazione della temperatura e mascherina obbligatorie e divieto di vendita e di consumazione nella strutture.