Visioni

Shakespeare raccontato con il corpo

Shakespeare raccontato con il corpoKilling Desdemona, – foto Pino Izzo, concessione teatro Ravello

A teatro Al rinnovato Ravello Festival, che apre a nuove tendenze e linguaggi, prima di «Killing Desdemona» del Balletto Civile di Michela Lucenti che ne firma regia e coreografia

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 6 agosto 2016

L’arrivo improvviso di due corpi che non sanno stare distanti uno dall’altro. Una camminata che è quasi una corsa, con gli abbracci stretti, spronati dalla passione e da respiri d’abbandono, la donna intrecciata all’uomo, l’anima che si affida, la scelta irrinunciabile di un destino. È la prima danza d’amore tra Otello e Desdemona che irrompe nello spazio già inquinato dalle subdole meditazioni di vendetta dell’alfiere Iago. Lo spettacolo è Killing Desdemona, prima assoluta del Balletto Civile di Michela Lucenti che ne firma regia e coreografia, coproduzione orgogliosamente contemporanea del Ravello Festival che da quest’anno, per la danza, ha cambiato rotta.

La storica manifestazione della Costiera Amalfitana, nel 2016 alla sua 64a edizione, affianca due direzioni autonome: alla musica Alessio Vlad, a danza, tendenze e nuovi linguaggi, progetti speciali e formazione Laura Valente, che ha creduto fermamente in una nuova impronta contemporanea con l’apertura affidata a Michela Lucenti e Virgilio Sieni. Premio Hystrio Corpo a Corpo 2016, Lucenti da anni con il suo Balletto Civile promuove insieme a Maurizio Camilli un teatrodanza in cui recitazione, canto, danza fanno parte di una visione unitaria senza confini prestabiliti. Ravello Festival 2016 le ha affidato un progetto su Shakespeare, sfociato in Before Break (che noi vedremo in stagione) da La Tempesta e Killing Desdemona dall’Otello. Entrambi dopo Ravello saranno tra settembre e ottobre all’Olimpico di Vicenza, al CRT di Milano e a Berlino.

Killing Desdemona, in scena al Belvedere di Villa Rufolo, è un vortice sospinto dalla potente partitura elettronica di Jochen Arbeit, musicista del gruppo berlinese d’avanguardia Einstürzende Neubauten. Lucenti è una Desdemona che l’inganno travolge, fragile eppure forte nella cocciutaggine con cui continua a dichiarare il suo amore a Otello, una danza di movimenti spezzati, che improvvisamente si apre a una commovente armonia di gesti, al canto, alla recitazione. Camilli è uno Iago vorace e diabolico nella sua strategia di vendetta, Crasso è un focoso Andrea Capaldi, artista storico di Balletto Civile, in coppia con Natalia Vallebona, Fabio Bergalio un Roderigo volutamente marionetta, Ambra Chiarello un’Emilia portentosa nell’intreccio tra recitazione e movimento, Demian Troiano, un background nella danza, da poco tempo con Balletto Civile, è Otello in balia di chi lo manipola.

Si racconta con il corpo, con le parole di Shakespeare, con la voce, non c’è frattura. Uno spettacolo che coinvolge con un ottimo ritmo tra i registri senza tradire l’assunto letterario di partenza.

Proposta articolata anche per Virgilio Sieni, a Ravello appena chiusa la sua esperienza quadriennale come direttore della Biennale Danza di Venezia. Con persone del luogo Sieni è stato interprete di una tappa del progetto Di fronte al dolore degli altri, duetti improvvisati su musica dal vivo eseguita da Naomi Berrill. Pochissime le indicazioni date prima dell’arrivo del pubblico alle persone coinvolte nei duetti, bambini e adolescenti, adulti di varie età. Un invito all’incontro e all’ascolto sempre sorprendente nel rivelare poi, di fronte al pubblico, quasi d’improvviso, cosa può mettere in moto affidarsi al gesto, lasciar parlare il corpo. Una epifania umana che mette a nudo.

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Virgilio Sieni

Anche di Sieni Ravello Festival 2016 ha coprodotto una creazione, La Mer, presentata in prima italiana. Il palcoscenico a strapiombo sul mare del Belvedere crea uno sfondo fuori dall’ordinario che sembra essere nato per la prima parte dello spettacolo, un sestetto femminile sui meravigliosi tre schizzi sinfonici per orchestra La Mer di Claude Debussy. Il sestetto riprende coreograficamente e rielabora il Preludio che precedeva la creazione di Sieni su Le Sacre du Printemps, approdando a una rara completezza di scrittura. Per l’occasione a danzarlo sono anche le danzatrici storiche di Sieni Marina Giovannini e Luisa Cortesi. Un corpo femminile collettivo, di un candore luminoso, che si muove nello spazio come se le mani, i piedi, le teste, i busti, le stesse sei fossero articolazioni di un unicum. Un lavoro di tracce, di sottili impronte, di linee che si frastagliano rivelando nuove figure per poi richiudersi.

Un gesto che si nutre di quello che il corpo dell’altro suscita in una disposizione alla mimesi e alla variazione che con La Mer di Debussy diventa tutt’uno con l’incresparsi mutevole e infinito dell’onda. De La Mer fa parte anche L’avventura sulla Partita n. 1 e Partita n. 3 di Bach, per cinque interpreti, due donne e tre uomini in cui scopriamo anche le più nuove leve dei danzatori di Sieni. Qui è tutto in nero, con maschere da Pulcinella messe e tolte dal volto. Sieni, che su Bach ha firmato in passato sia il suo incandescente assolo Goldberg Variations che Sonate Bach, ne L’Avventura dà spazio a un volo coreografico in cui l’assolo si trasforma in duo, in trio, in quartetto, in quintetto, sospinto da corse in cerchio all’indietro, moti fuori asse, equilibri. Ed è come se i corpi, spostandosi, lasciassero nello spazio la traccia della loro figura, in un continuo ricrearsi del disegno.

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La Mer, foto Pino Izzo

Stasera il festival prosegue con l’America di Karole Armitage, per l’11 e il 13 focus sulla rivelazione greca Dimitris Papaioannou, il 20 Cubanía en el Ballet, progetto curato da Elisa Guzzo Vaccarino sulle favolose declinazioni della danza dell’isola di Cuba. Progetti speciali con Emanuel Gat e, ancora da Cuba, con Laura Domingo Agüero e Sandra Ramy.

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