Le lunghe dita unghiute di Messmer l’Impalatore, alto e sottile guerriero semidivino e rosso vestito, reggono un falso bulbo oculare che egli stesso si è cavato dall’orbita, un sigillo di grazia che la madre Marika l’Eterna gli pose ancora infante al posto di quello vero, affinché questo contenesse la serpe mostruosa e bicefala annidata negli abissi dell’anima del figlio. Poi la metamorfosi in rettile abnorme si attua e, chi gioca, ricomincia a combattere questo nemico micidiale in un inferno turbinante di fuoco fino ad estinguerlo eventualmente, dopo innumerevoli fatiche e tentativi infruttuosi. Le gioie e i dolori delle opere di...