Messina, dopo lo sgombero il teatro Pinelli occupa il Vittorio Emanuele
Messina La stagione soppressa da due giorni e a rischio chiusura per i tagli ai fondi regionali. Alla conferenza stampa partecipa il sindaco Accorinti
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«Quando siamo entrati era come un posto evacuato per un allarme nucleare: carte sparse per terra, armadietti ancora aperti, caschi da lavoro gettati ovunque». Così Claudio Risitano, attivista del Pinelli, ha descritto la scena che si è presentata agli occupanti quando, il 25 aprile scorso, sono entrati in quello stabile abbandonato, trasformandolo in un Teatro Occupato. L’occupazione dell’ex Casa del Portuale, giunse come prosecuzione della prima che diede vita al Teatro «Pinelli» di Messina, quella del vecchio Teatro in Fiera avvenuta il 15 dicembre scorso e conclusa con lo sgombero del 14 febbraio.
Una volta dentro il nuovo edificio, i ragazzi del Pinelli si rimboccarono le maniche e iniziarono un duro lavoro di pulizia e restauro dei luoghi: rendendo agibili i bagni, riordinando stanze, bonificando il cortile, allestendo la biblioteca, l’info point e costruendo ex novo un palco. Una vera e propria boccata d’ossigeno per una città cronicamente disadorna di spazi sociali e culturali, in cui persino la programmazione del teatro storico della città è saltata per mancanza di fondi. Domenica scorsa, però, il brusco risveglio per undici occupanti, sgomberati alle 7,30 dalla polizia e dai carabinieri, oltre che da una squadra di vigili del fuoco. Gli attivisti che si trovavano nello stabile sono stati identificati, mentre quattro di loro sono stati denunciati per concorso, invasione di edifici pubblici e spettacoli non autorizzati. A sporgere denuncia il commissario liquidatore della cooperativa che fino a due anni fa gestiva lo stabile. Mentre porte e finestre venivano sigillate, fuori dal Teatro Occupato si è raccolta una folla di attivisti e semplici cittadini, tra cui spiccavano tre assessori dell’amministrazione comunale. Desta preoccupazione, tra l’altro, la sorte del murales realizzato sulla facciata del teatro sgomberato dallo street artist di fama mondiale «Blu».
«Abbiamo perso una battaglia, non la guerra», è stato il commento dei ragazzi del Pinelli, vittime del secondo sgombero in meno di un anno. E alle parole hanno fatto seguire i fatti occupando il Teatro storico di Messina: il Vittorio Emanuele. Un altro «posto stuprato», non abbandonato ma «colonizzato e spolpato dal clientelismo e dalla malagestione». Dopo una notte passata sul palco, gli attivisti hanno indetto un’assemblea insieme alle maestranze del Vittorio Emanuele, che lottano per la stabilizzazione – nel caso degli orchestrali precari da sedici anni – e per il rilancio dell’Ente Autonomo Regionale da cui dipende in larga parte il panorama artistico cittadino. Solidale con il Pinelli,insieme al giurista Ugo Mattei, il sindaco Renato Accorinti, che ha ricordato il coinvolgimento nell’occupazione del Teatro in Fiera prima della vittoria elettorale.
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