Sfratto dei bus turistici del centro di Roma, se ne parlava da vent’anni
Mobilità capitale Ora in Campidoglio sono tutti d'accordo, malgrado le proteste. Ma se il cuore di Roma non sarà più un parcheggio per pullman, resterà comunque preda del traffico, dei consumatori mordi e fuggi e delle grandi catene. La Giunta Raggi non ha invertito la rotta
Mobilità capitale Ora in Campidoglio sono tutti d'accordo, malgrado le proteste. Ma se il cuore di Roma non sarà più un parcheggio per pullman, resterà comunque preda del traffico, dei consumatori mordi e fuggi e delle grandi catene. La Giunta Raggi non ha invertito la rotta
Se ne parla da almeno venti anni, e adesso il momento pare arrivato. Mancano solo dieci giorni: dal 2019 l’ingresso al centro storico di Roma per i bus turistici sarà disciplinato da regole ferree e sottoposto a tariffe rilevanti.
Se ne sono accorti gli operatori del settore, che ieri hanno bloccato piazza Venezia per protestare contro i vincoli alla circolazione, con strascichi su tutte le strade del centro della capitale. Secondo le stime che diffondono le associazioni di categoria, sarebbero circa 3000 i pullman turistici che circolano nella capitale. Di questi in media 300 circolano quotidianamente, con picchi di 500 in alta stagione. «Numeri – spiegano gli operatori – che incidono solo per il 2% sul traffico».
I DATI che arrivano dalla stima fatta dall’Agenzia della mobilità di Roma capitale dicono invece che i bus turistici ogni giorno liberi di circolare nel centro storico attualmente sarebbero tra i 700 e i 1000. In piazza c’erano anche le guide turistiche, che paventano il rischio che «l’impossibilità di utilizzare i pullman per raggiungere il centro storico possa ridimensionare l’arrivo in città di gruppi organizzati di turisti».
«Ci sono stati diversi incontri tra le associazioni di categoria e l’amministrazione – racconta Tullio Tulli, direttore generale dell’Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori – Ma non hanno sortito alcun effetto: il regolamento non ha subito modifiche malgrado avessimo presentato documentazioni, studi di università che dimostrano quanto sia minimo l’impatto dei bus turistici sulla città».
«CI SIAMO CONFRONTATI per 24 mesi – replica Enrico Stefàno, consigliere comunale del M5S e presidente della commissione capitolina mobilità – Non ci sono margini per modifiche al regolamento». Forse per la prima volta la maggioranza grillina trova sponda anche in buona parte dell’opposizione. «Spero che la giunta vada avanti su questa strada – dice il consigliere del Pd Orlando Corsetti, che è stato a lungo presidente proprio del municipio di Roma che corrisponde al centro storico -. Se fosse stato possibile avrei messo a punto un regolamento ancora più stringente pensando sicuramente a delle proposte alternative, come le aree di sosta individuate durante il Giubileo».
Tutto giusto, dunque? Non proprio. La protesta è cominciata proprio nel giorno in cui due fermate della metropolitana del centro di Roma nevralgiche (piazza di Spagna e piazza della Repubblica) erano chiuse e mentre i tassisti protestavano a Montecitorio, nell’eterno duello che li contrappone ai Noleggiatori con conducente, categoria anch’essa oggetto di riforma e sottoposta a vincoli.
SONO QUESTIONI che investono una città che non ha mai trovato il giusto rapporto col turismo di massa. Per scelte che arrivano da lontano, ma questa giunta non ha ancora invertito la rotta, il centro storico di Roma è ormai un parco a tema, un’area enorme e unica al mondo preda di viaggiatori mordi e fuggi o sede di residenze altolocate. Sono spariti gli abitanti «normali», in strade che solo fino a venti anni fa ospitavano case popolari o abitazioni di proprietà del Vaticano e concesse a canoni accessibili. Adesso il centro di Roma forse non sarà un parcheggio per i pullman ma continuerà a essere in balia di consumatori e ospiti momentanei, preda del traffico urbano e delle grandi catene.
La giunta Raggi rafforza questa tendenza e, con la scusa della lotta ai privilegi, si candida a gestire l’ennesima vendita di 570 appartamenti comunali, a prezzo di mercato. I reduci della Roma popolare che vivono ancora dentro le mura antiche e che hanno resistito allo spopolamento degli anni scorsi verranno spostati in periferia.
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