Sessanta piazze per la legge Zan. Ma la camera la blocca
Omotransfobia, iter congelato causa Covid e il «no» al voto a distanza
Omotransfobia, iter congelato causa Covid e il «no» al voto a distanza
Mentre in tutta Italia circa sessanta eventi e flash-mob si animano di cittadini che chiedono l’approvazione della legge contro l’omotransfobia, alla Camera non si trova un accordo sul voto a distanza e, causa contagio Covid di molti deputati, il voto sul testo di legge firmato da Alessandro Zan previsto per martedì prossimo viene rinviato. A data da destinarsi.
Lo hanno voluto i capigruppo dell’opposizione: «Siamo tutti in quarantena fiduciaria, anche io che ho tampone negativo. Per questa ragione – spiega Riccardo Molinari, della Lega – abbiamo chiesto di non esaminare la prossima settimana una legge importante come la legge Zan sull’omofobia, per consentire un dibattito ampio quando saremo presenti». Ma lo stallo è talmente evidente che perfino il dem Stefano Ceccanti – non proprio un fan del voto a distanza – esorta le opposizioni affinché non cerchino escamotage per «paralizzare selettivamente solo il voto delle leggi che non ritengono urgenti». Perché, afferma, se la Camera sospende i lavori la prossima settimana, «poi come pensano di riprendere?».
«Allora si chiuda tutto il Parlamento», protesta l’Arcigay ricordando che la legge è attesa da 25 anni da cittadini che non sono di serie B e che vivono sulla propria pelle discriminazioni e violenze. Nicola Zingaretti li appoggia: il Pd sta «con e nelle 60 piazze che in tutta Italia chiedono rispetto, pari diritti e dignità. La legge Zan contro omofobia e misoginia – twitta – non si deve fermare. Faremo di tutto per approvarla #dallapartedeidiritti».
Il segretario dem usa lo slogan con il quale varie associazioni lgbtq hanno convocato le manifestazioni che si sono tenute ieri in tutta Italia, e l’evento principale di Piazza del Pantheon a Roma, organizzato tra gli altri da Amnesty Lazio, Arci, Gay Center, Progetto giovani cristiani lgbt e Sardine Lazio, e supportato da artisti o influencer come Tiziano Ferro, Luca Tommassini, Liliana Fiorelli e molti altri. A Milano già una settimana fa 3 mila persone avevano manifestato in favore della legge.
Contemporaneamente però anche alcuni cattolici oltranzisti e esponenti di destra si sono ritrovati in piazza del Popolo per l’evento #Restiamoliberi organizzato da Pro Vita & Famiglia onlus contro la legge che secondo loro metterebbe in grave pericolo «l’innocenza dei bambini, la libertà di espressione, di religione e di associazione, la sicurezza delle donne dall’egemonia transgender». Parole che spiegano abbastanza bene cosa sia l’omotransfobia.
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