Italia

Servizi sociali, l’ultimo scippo di Alemanno

Roma Il sindaco affida la comunità per tossicodipendenti Città della Pieve a una cooperativa di destra

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 16 maggio 2013

«Ci sentiamo umiliati e lasciati soli anche da quelle forze politiche che si era dichiarate vicino alle nostre istanze». Don Armando Zappolini, presidente del Cnca, il coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, interviene così alla conferenza stampa tenutasi ieri a Roma presso la sede del Cesv, centro servizi per il volontariato, per denunciare l’ennesimo massacro dei diritti sociali operato dalla giunta Alemanno. L’ultimo caso eclatante è quello che riguarda la Cooperativa il Cammino, impegnata da 30 anni nella gestione di Città della Pieve e della Comunità Terapeutica per tossicodipendenti. Un lavoro che ha prodotto risultati eccellenti ed ampiamente riconosciuti dagli utenti e dalla comunità scientifica è stato cancellato dalla furia cieca di una giunta ossessionata dai diritti e da quella parte di umanità rimasta indietro o considerata “diversa”. Da oggi il servizio passa alla Cooperativa Integra, vicino ad Alemanno. Con un bando di gara fortemente contestato in termini sostanziali, Città della Pieve viene ceduta agli amici degli amici per un periodo di 18 anni.
È questo il primo caso italiano di un affidamento di un servizio per così tanto tempo. Poco importa se la cooperativa Integra nel 2008 avesse solo 8000 euro di fatturato e nessunissima esperienza nel campo delle tossicodipendenze. A fare il bando di gara attraverso il quale è stata estromessa la cooperativa il Cammino ci ha pensato l’Agenzia Capitolina per le Tossicodipendenze, il cui cda è stato nominato proprio da Alemanno nel 2009. Il nuovo presidente ed attuale direttore Massimo Canu è uno dei tanti amici camerati di vecchia data del sindaco. «A problemi complessi non si può rispondere con un approccio ideologico di stampo fascista. Usano la legge per fare delle forzature che legittimano interessi personali a danno dei cittadini, dei più deboli e del bene comune», continua don Armando. Stefano Regio, presidente della coop. Cammino, sottolinea come «siamo stati cacciati non per colpa, né per incompetenza, né per la crisi economica, ma per un’operazione politica mascherata da un bando pubblico». Regio pone anche il tema dell’incompetenza della Commissione giudicante, i cui membri non hanno mai avuto nessuna esperienza sulle tossicodipendenze e ricorda il dramma di operatori che perdono il posto di lavoro e di utenti abbandonati al loro destino. «Perdiamo una Casa Matta, un presidio fondamentale del nostro modo di essere e di immaginare la società.», aggiunge Carlo De Angelis, presidente del Cnca Lazio. Quella di Città della Pieve è l’ultimo atto di una strategia precisa che non riguarda evidentemente solo Roma. «I servizi sociali a Roma sono stati ormai asfaltati da Alemanno. Qui si gioca una partita che evidentemente le forze politiche non hanno capito», conclude De Angelis.
Alla conferenza sono presenti anche la Cgil, il deputato del Pd Marco Miccoli, la consigliera Gemma Zuni e rappresentanti del Social Pride, che raggruppa diverse esperienze sociali di autogestione in città. Sono loro a ricordare come Roma prima della giunta Alemanno fosse considerata una città all’avanguardia ed un’eccellenza per la sua rete di servizi sociali gestita con un approccio fondato sulla laicità, la professionalità degli operatori e sull’adozione del metodo scientifico. Quei servizi garantivano una città «meno barbara». Oggi invece vige la legge del più forte, dove l’arroganza del potere non solo non prova vergogna nel mostrarsi ma cancella diritti, memoria ed intere comunità. Un’anticipazione di quello che aspetta il paese nel tempo del patto di stabilità, dell’austerity e del governissimo, dove si preferisce garantire gli interessi delle banche piuttosto che i diritti delle persone. Un nuovo punto di vista che sappia generare il cambiamento è quanto mai urgente e necessario, specie se visto con gli occhi di chi sta sotto.

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