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Senza tempo. Quel gran genio di Leon Russell

Senza tempo. Quel gran genio di Leon RussellLeon Russell

Note sparse A sette anni dalla scomparsa, l'8 settembre esce un tributo al grande artista americano "A song for Leon"

Pubblicato circa un anno faEdizione del 9 agosto 2023

Canzoni senza tempo sono i capolavori – cesellati nota su nota – dal grande Leon Russell a cui la Primary Wave Music (management che amministra il suo catalogo) ha dedicato un tributo da parte di una decina di gruppi e solisti (tra questi Pixies, Bootsy Collins, Orville Peck, Nathaniel Ratelieff e U.S. Girls) dal titolo A song for Leon in uscita il prossimo 8 settembre, a sette anni della sua scomparsa. Russell è stato una figura chiave del canzoniere americano, prima pianista nei night club e successivamente al fianco di personaggi del calibro di Ronnie Hawkins e Jerry Lee Lewis negli anni 50, per poi passare nei 60 a lavorare fianco a fianco fra gli altri con Phil Spector. Ma Russell crea la sua aurea grazie alle collaborazione con Joe Cocker e Delaney & Bonnie, per i quali scrive pezzi nei quali perfeziona le sue radici – che sono il soul, rhythm’n’blues, funk che modula in uno stile assolutamente personale. Decine di canzoni incise ma soprattutto scritte per gli Stones, Dylan, Marley. Il suo grande classico A song for you è stato reinterpretato da 40 artisti diversi: Ray Charles, Donny Hathaway fra gli altri e perfino Mina che l’ha incisa in italiano nei settanta sotto il titolo Quasi come musica.

CON ELTON JOHN e il produttore T-Bone Burnett, nel 2010 incide il suo ‘canto del cigno’ – The Union che è anche l’album migliore realizzato dal cantautore nato in Oklaoma il 2 aprile 1942, nell’ultimo ventennio. Né alcol, né droghe che hanno funestato la vita di Russell, per un disco che sarà anche il suo ultimo. Morirà infatti due anni dopo. Nei brani di Leon scorre rock’n’roll, spesso con sfumature gospel, dove mescola insieme gli umori di una sala bar e strizza gli occhi al blues e al funk nelle paludi di New Orleans. «Claude Russell Bridges era in fondo uno showman del vecchio Vaudeville – si legge nelle note che accompagnano il disco, un giostraio, tipo poeta/predicatore. Le sue canzoni risuonano del profumo del trucco dei pancake, della segatura, il sudore e le lacrime di chiassosi risvegli di tende e zappate». «Ero in viaggio con Jerry Lee Lewis quando avevo appena 15 anni», ha ricordato in molte interviste. Problemi personali esistenziali e dipendenze lo pregiudicano ma non lo distolgono dall’amore senza fine verso l’arte della composizione. Riguardo al fare musica, Leon ha osservato: «Non riesco a immaginare di non farlo. Questo è quello che faccio».

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