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Senza Chico Mendes

Storie Il 22 dicembre 1988, in Brasile, veniva ucciso il «seringuero» che con le sue battaglie ambientaliste è diventato un riferimento per i movimenti sociali

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 20 dicembre 2018

Il 22 dicembre 1988 Chico Mendes veniva assassinato a Xapuri, cittadina brasiliana dello Stato dell’Acre segnata dalla povertà e dalla violenza. Mendes era un seringueiro (così vengono chiamati i raccoglitori di lattice dell’albero della gomma) e ha costruito e guidato il maggiore movimento socioambientale per la difesa dell’Amazzonia. Il suo impegno e le sue idee hanno lasciato un segno profondo nei movimenti e nella cultura ambientalista.

NEGLI ANNI ’70 E ’80 MENDES LOTTA contro la deforestazione nella convinzione che «solo la foresta in piedi offre sostentamento, mentre la foresta abbattuta distrugge l’ambiente e la vita delle comunità». Il concetto stesso di «sostenibilità ambientale» nasce nella foresta amazzonica a partire dalle lotte dei seringueiros. Pochi giorni prima di essere ucciso, partecipa ad un incontro all’Università di San Paolo dove afferma che «la vera sfida è preservare sviluppando e sviluppare preservando». La sua era una idea rivoluzionaria di foresta, in cui alberi e popolazioni tradizionali potevano convivere, difendendosi reciprocamente. «La foresta si difende se i popoli che la hanno sempre abitata possono restarci», ripeteva in ogni occasione. E l’alleanza tra i popoli della foresta fu il suo obiettivo strategico.
L’attenzione del mondo si rivolge a Xapuri, quando si diffonde la notizia del suo assassinio, alla vigilia del Natale di 30 anni fa. Da quel giorno la «questione amazzonica» non riguarda solo chi ci vive, ma tutti i brasiliani e il mondo intero. La società brasiliana rimane profondamente colpita dai riconoscimenti internazionali che Chico Mendes riceve dopo la sua morte. E solo la risonanza mondiale dell’omicidio impedisce che i due fazendeiros assassini rimangano impuniti, come avveniva in quegli anni. La capanna di legno in cui è vissuto e dove fu ucciso davanti alla moglie e ai figli, è ancora lì, ai margini della foresta, a testimoniare il suo percorso umano. Dall’età di 9 anni accompagna il padre nel lavoro di estrazione del lattice, in una situazione di povertà estrema. Impara a leggere e scrivere all’età di 19 anni, grazie a Euclides Tavora, un rifugiato politico che si era stabilito a Xapuri.

CHICO RICORDERA’ NEGLI ANNI L’INFLUENZA che Euclides ha avuto su di lui e sugli altri seringueiros: dava lezioni, leggeva ai lavoratori le notizie dei giornali, parlava di giustizia sociale, della necessità di organizzarsi per combattere lo sfruttamento. Il regime militare, che si instaura in Brasile a partire dalla metà degli anni ’60, attua una politica aggressiva nei confronti dell’Amazzonia. La strategia del governo è quella di occupare la regione con progetti legati all’attività mineraria, sfruttamento del legname, agricoltura intensiva, allevamento. Viene incentivato l’acquisto di grandi estensioni di terra e i fazendeiros che provengono dal Sud del Brasile si insediano in tutta l’area amazzonica alla ricerca di pascoli e terreni da coltivare. Inizia una sistematica opera di disboscamento che coinvolge anche lo Stato dell’Acre, dove sono presenti numerose comunità indigene e di seringueiros.

Le nuove attività mettono in pericolo la vita e il lavoro delle popolazioni tradizionali. Chico Mendes e gli altri lavoratori si organizzano e portano avanti forme di lotta pacifica chiamate «empates», barriere umane, per fermare la deforestazione. Uomini, donne, bambini, occupano le aree che devono essere disboscate, per impedire ai buldozer e alle motoseghe di abbattere gli alberi. Dal 1976 al 1988, nello Stato dell’Acre, Chico e i suoi compagni attuano 45 «empates», che si concludono con 15 vittorie e 30 sconfitte. Ogni albero salvato rappresenta un successo e Chico diventa il simbolo di questa resistenza. Il suo impegno nel Sindacato dei lavoratori rurali deve fare i conti con una realtà di sfruttamento e violenze nei confronti dei lavoratori.

ALLA FINE DEGLI ANNI ’70 FONDA A XAPURI il primo sindacato dei seringueiros e nel 1985 organizza a Brasilia il primo «Incontro nazionale dei seringueiros». Nello stesso anno promuove l’iniziativa che ha come tema «L’unione dei popoli della foresta» e mette le basi per una alleanza tra comunità indigene e seringueiros, fino ad allora nemici storici. Nella visione di Mendes, a questo punto, i diritti dei lavoratori si saldano con la questione ambientale.

Il cineasta inglese Adrian Cowell documenta l’attività di Mendes in difesa dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente, mostrando anche, attraverso numerosi documentari, l’attività di deforestazione nella cosiddetta «decade della distruzione». Nello Stato dell’Acre, che all’inizio degli anni ’70 è interamente coperto da foreste, nel 1988 si registra un 13% di superficie disboscata. In quegli anni anche la costruzione della strada transamazzonica BR-364 ha effetti disastrosi sull’ambiente e sulle popolazioni. Nel 1987 un satellite rileva gli incendi nella regione amazzonica, in particolare nelle aree attraversate dalla nuova strada: ai lati della BR-364 si registrano più di 200 mila incendi, con l’immissione di 500 milioni di tonnellate di carbonio, il 10% di tutti i gas serra che vengono emessi in un anno nel mondo. Mendes si rivolge all’Onu e al Senato Usa, chiedendo la sospensione dei finanziamenti per quell’opera che distruggeva la foresta. Una delegazione dell’ONU si reca in Brasile, il Senato invita le banche a sospendere i finanziamenti in attesa degli studi di impatto ambientale del governo brasiliano.

MISTER MENDES, COME LO DEFINISCONO i giornali americani, ha oramai portato nel mondo la «questione amazzonica». Con la fine della dittatura militare, viene promulgata nell’ottobre del 1988 la Costituzione brasiliana. Mendes partecipa ai lavori dell’Assemblea costituente come referente per l’ambiente. La sua richiesta più importante è quella di creare delle «Riserve estrattive», aree protette della foresta amazzonica da riservare alle popolazioni tradizionali. In queste aree, utilizzando pratiche sostenibili, le comunità ricavano i mezzi di sussistenza necessari. Perché, come egli sosteneva, «un ettaro di foresta produce in gomma, noci, resine, frutta, molto di più di un ettaro dedicato al bestiame». La lotta e la visione di Mendes sono stati fondamentali per la formulazione di leggi e programmi in difesa ambientale. Nel 1990 viene approvata la legge che istituisce le Riserve estrattive e per la prima volta viene attuata una modalità di riforma agraria associata ad una politica di conservazione ambientale. Attualmente sono 59 le «Riserve estrattive», per un totale di 12 milioni di ettari. Nella prima Conferenza mondiale sull’ambiente, che si è tenuta a Rio nel 1992, le idee di Mendes sono state un punto di riferimento fondamentale nei progetti di salvaguardia dell’ambiente.

NEL 2007 IL GOVERNO LULA HA CREATO l’Istituto Chico Mendes per la conservazione della biodiversità. Controllato dal Ministero dell’ambiente, l’Istituto gestisce oltre 300 aree protette che sono definite «Unità di conservazione» e che hanno il compito di proteggere il patrimonio naturale, promuovere lo sviluppo socioambientale, salvaguardando popolazioni, habitat, ecosistemi. In Brasile, in questi giorni, sono numerose le iniziative per ricordare Chico Mendes. E non si manca di sottolineare che, nella nuova fase che si è aperta nel paese, sono proprio l’ambiente e i diritti umani a correre i pericoli più gravi.

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