Visioni

Senti che flow questa Mina rap

Senti che flow questa Mina rapCronofillers

Note sparse Nuovo lavoro per il trio di rapper toscani Cronofiller. «Chernobyl» campiona vecchi hit della musica italiana, la title track è costruita su un brano poco noto della Tigre di Cremona

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 7 giugno 2017

Tre rapper per un album che va nella direzione di una scenografia filmica impietosa e diretta. I toscani Emanuele Bonetti, Matteo Della Tommasina, Lorenzo Masini insieme al beatmaker Matteo Nicastro e al dj Dimitri Ahmetovic sono i Cronofillers e dopo Cono d’ombra (2013) escono con Chernobyl. Dischi che scratchano sopra i campionamenti saccheggiati a piene mani da vecchie pellicole o della musica italiana anni ’70 (la title track campiona un misconosciuto gioiello di Mina, Qualcosa in più…), questa è solo una parte della formula con cui i Cronofillers hanno deciso di raccontare l’Italia che cambia, quella della paura, dei braccianti, le banche, Lampedusa, gli steroidi nelle carni, il prozac e ovviamente la fine del pianeta (da qui il titolo). Flow incalzante sulle umane rovine. L’album è intervallato da quattro preghiere rap che danno il fianco a un abisso in cui si cerca disperatamente una bussola. Hip hop di scuola americana costruito su un ricco (quanto cupo) impianto strumentale ma di contenuti coerenti e impegnati.

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