ExtraTerrestre

Sensibilità per la natura al premio Strega poesia tra le faggete silenziose

Festambiente Sono cinque gli autori che il 2 agosto si contenderanno il premio «Strega Poesia: Vivian Lamarque, Silvia Bre, Umberto Fiori, Stefano Simoncelli e Christian Sinicco. Appuntamento alle 10 presso l’Elda Hotel

Pubblicato più di un anno faEdizione del 27 luglio 2023

Il silenzio e i versi dentro la Foresta Umbra. La poesia sotto gli alberi, tra le faggete di una foresta vetusta dove non vi è disturbo antropico da oltre 60 anni. Non poteva scegliere luogo migliore la Fondazione Bellonci, promotrice del Premio Strega Poesia. Il 2 agosto all’interno del programma di Festambiente Sud, animerà Poesia in Foresta la cinquina che si contende il Premio: Vivian Lamarque con L’amore da vecchia (Mondadori), Silvia Bre Le campane (Einaudi), Umberto Fiori, Autoritratto automatico (Grazanti), Stefano Simoncelli, Sotto falso nome (Pequod), Christian Sinicco Ballate di Lagosta ( Donzelli).

NEGLI ULTIMI ANNI I POETI di nuova generazione hanno fatto spesso riferimento nei loro versi all’ambiente, ma anche i poeti della seconda metà del ‘900 hanno dedicato versi alla natura, come Andrea Zanzotto e il suo rapporto con le piante, i filari della vigna, le cesoie che spuntano gli eccessi a Pieve di Soligo, dove ha vissuto.

PERCHÈ LA FONDAZIONE BELLONCI ha scelto la Foresta Umbra come tappa di un lungo tour del premio Strega Poesia? «Portare la poesia dentro la Foresta Umbra, attraverso Festambiente Sud, è parsa un’ottima opportunità. Le poesie in gara al premio Strega, per il momento storico in cui viviamo, toccano le tematiche ambientali. L’ambiente è molto sentito, le sensibilità personali dei poeti hanno molto a che fare con gli alberi, in particolare le poesie di Vivian Lamarque e Christian Sinicco» – afferma Serena Ferraiolo della direzione della Fondazione Bellonci. «Vivian Lamarque in questa raccolta indica i rami come mani, Sinicco in una sua poesia ritorna sul tema della vegetazione. Alcuni della cinquina finalista fanno riferimento a un momento più politico nel loro rapporto con la natura, altri a un rapporto più intimo».

SARÀ UNA MAGGIORE COSCIENZA ecologica dovuta ai cambiamenti climatici, ai disastri ambientali a segnare i versi dei poeti oppure il rapporto tra poesia e natura è ancestrale? «Non so se sia una tendenza ultima o una condizione naturale – continua Serena Ferraiolo – ci sono poeti che hanno a che fare quasi sempre con l’elemento naturale. I poeti restituiscono una sensibilità amplificata, rispetto agli scrittori hanno una capacità di percepire e recepire le urgenze. Non è un caso che i poeti siano vissuti sempre nell’Olimpo, molto lontani dal resto della popolazione, probabilmente per la loro carica e la loro capacità di entrare a contatto con tematiche molto più alte, sono in grado di intercettare sensibilità collettive e farle diventare poesia».

GIOCA CON I NOMI E GLI SCHERZI della memoria «l’anziana» e sempre gioviale Vivian Lamarque nella poesia I nomi degli amanti: «Chiedo perdono all’Olmo/ quando lo chiamo Faggio/ e al Frassino quando lo chiamo/ Acacia, quanto si offese il Carpino/ quando non lo riconobbi/a voltarsi di là umiliato l’aiutò il vento. Mi perdoni il Larice che l’ho chiamato Abete/ e l’Abete che l’ho chiamato/ Pino, alle conifere tutte chiedo scusa».

NEL SUO ANIMO ETERNAMENTE adolescente Vivian Lamarque con ironia si fidanza con il più spinoso degli amori: «È l’agrifoglio il mio fidanzato/ ha foglie verdi meravigliose/ ma quando punge con le sue spine/ la neve bianca la neve esangue/ diventa rossa come un sangue»

IL FOTOGRAFO UMBERTO FIORI nella raccolta Autoritratto automatico sceglie temi più politici, il mare luogo di attraversamento di tanti migranti, dunque fonte di nuove speranze e nuova vita, ma anche luogo di morte, la morte come parte integrante, seppur ultima e tragica della vita.

C’È MOLTA NATURA NEI VERSI di Christian Sinicco che a ogni essere assegna uno spicchio del mondo naturale, volatili, pesci, vento, acqua, stagioni: «…per chi è come la penna di un gabbiano/ sbattuta dall’acqua/ o la lisca di pesce/ divorata/ per chi è l’erba dell’altopiano/ e quando sarà il momento/ brucerà, per chi è prima vento/ e poi pioggia autunnale/ e vede lontano l’uva…».

PER PACIFICARCI CON IL NOSTRO animo e guardare con i poeti ciò che ci sfugge, dovremmo immergerci più spesso nella poesia. A volte leggere i versi che provengono dal profondo dell’animo aiuta a riconciliarsi con la natura. A Poeti in Foresta saranno gli alberi a godere dei versi dei poeti.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento