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Senatori e deputati preparano la sfida finale

Senatori e deputati preparano la sfida finaleIl sindaco di Parma Federico Pizzarotti

5 Stelle Giovedì la riunine congiunta. Mozione di sfiducia contro il capogruppo Cecconi

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 2 dicembre 2014

Ormai nel M5S l’atmosfera sembra quella che si vive in un film western quando, in vista di un duello che si annuncia decisivo, tutti aspettano di vedere chi estrarrà per primo. Nel frattempo chi può – e vuole – cerca di evitare quello che sembra tanto uno scontro finale per il movimento. Gli appuntamenti decisivi sono due. Il primo si terrà giovedì, giorno i cui è slittatta l’assemblea congiunta di senatori e deputati 5 stelle. Dipenderà anche dall’esito di questa riunione quanto accadrà nel secondo appuntamento, la riunione convocata per domenica a Parma dal sindaco Federico Pizzarotti, ufficialmente aperta a tutti gli attivisti del Movimento e alla quale sono invitati anche Grillo e Casalaggio, ma che rischia sempre più di diventare un punto di raccolta di quanti, dissendenti, ma anche solo delusi dalle ultime vicende interne, cercano nel sindaco di Parma un nuovo punto di riferimento. Riunione a rischio, se è vero che nei giorni scorsi a Roma alcuni deputati puri e duri avrebbero anche pensato di presentarsi a Parma a guardia dell’ortodossia, pronti alla contestazione nel caso si sentisse aria di scissione. Proposito poi rientrato, ma che spiega bene l’aria da rissa che ormai tira nel M5S.
Ma andiamo con ordine. Anche se «stanchino», ieri il capo ha cercato di galvanizzare le truppe ancora fedeli con un messaggio su Facebook. «Non fermeranno il nostro sogno», ha scritto Beppe Grillo puntando come sempre il dito contro un nemico esterno invece di meditare sugli errori fatti. Ultimo dei quali il modo in cui sono stati fatti fuori i deputati Paola Pinna e Massimo Artini. Per non parlare delle possibili nuove epurazioni che già sarebbero in cantiere. «Non credo che nella riunione congiunta ci saranno altre espulsioni, abbiamo tante altre cose di cui parlare», ha gettato ieri acqua sul fuoco delle polemiche il capogruppo alla Camera Andrea Cecconi. Piccolo particolare: a rischiare se non l’espulsione quanto meno la sfiducia del gruppo è proprio lui. Molti deputati infatti non hanno gradito di essere stati scavalcati per le seconda volta in poche ore sentendosi annunciare direttamente dalla presidente della Camera Laura Boldrini l’uscita dal gruppo di Pinna e Artini. Uscita che avrebbe dovuto essere prima ratificata dall’assemblea e che invece è stata comunicata da Cecconi direttamente alla presidenza. Risultato: ieri alcuni deputati si sono dati da fare per raccogliere almeno venti firme necessarie per discutere la sfiducia proprio di Cecconi. Sembrano invece rientrate per davvero le espulsioni di una ventina di deputati sospettati di non aver rendicontato i rimborsi. Dopo Patrizia Terzoni e Paolo Bernini, anche Federica Daga e Aris Prodani hanno infatti sanato le loro posizioni. Ne restano ancora circa 13. Nel frattempo si lavora per smussare le polemiche. Ieri tutti i deputati considerati in bilico hanno ricevuto una telefonata in cui la vicecapogruppo Fabiana Dadone gli ha chiesto di rivedere la propria posizione.

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