Seminare piante annuali o biennali o perenni
Conoscere questa suddivisione delle piante dell’orto e del giardino è indispensabile per programmare il lavoro. Le piante che interessano un orticoltore possono essere annuali, biennali o anche bienni e perenni. […]
Conoscere questa suddivisione delle piante dell’orto e del giardino è indispensabile per programmare il lavoro. Le piante che interessano un orticoltore possono essere annuali, biennali o anche bienni e perenni. […]
Conoscere questa suddivisione delle piante dell’orto e del giardino è indispensabile per programmare il lavoro. Le piante che interessano un orticoltore possono essere annuali, biennali o anche bienni e perenni.
Una pianta annuale è quella che comprende il proprio ciclo vitale dalla germinazione, crescita, fioritura e conclusione nel corso di un anno, un anno che non è quello solare. Una pianta annuale da fiore è il girasole, si può seminare in primavera ed in estate ha esaurito il proprio ciclo. Papaveri e fiordalisi, si possono anche seminare in autunno, sono essenze che prediligono la vernalizzazione, ossia richiedono un periodo di freddo, non a caso crescevano, in mezzo al grano. Annuali, alle nostre latitudini, sono tutti gli ortaggi più comuni, dai pomodori e tutte le solanacee, peperoni, patate, melanzane, alle cucurbitacee , zucche, zucchine, meloni e cetrioli.
Le piante biennali sono quelle che richiedono due anni per arrivare a fiorire o andare in seme. Il prezzemolo è una pianta biennale anche se si preferisce spesso troncare gli steli che si innalzano, porterebbero i semi, per avere più foglie essendo la parte della pianta che si consuma. Se il prezzemolo è una biennale che dopo la fioritura muore, altre che richiedono ugualmente due anni per fiorire e sono perenni. Se si seminano il rabarbaro, l’echinacea, le aquilegie o le digitali, per esempio, dovremo aspettare due anni per vederne i fiori ma queste piante non esauriranno il loro ciclo ma proseguiranno per molte altre stagioni. E’ l’orticoltore a decidere come meglio impiegare questa caratteristica delle nostre piante. Se una salvia oppure un cespuglio di rosmarino così come il timo, noi lo vediamo crescere di anno in anno e possiamo predisporre lo spazio adeguato, per piante perenni come le mente o la melissa, il rafano, il dragoncello e tante altre che durante l’inverno scompaiono, dobbiamo porre un bastone che ce ne ricordi l’ubicazione. L’ideale sarebbe mettere dei cartelli. La strategia di queste piante permette loro di risparmiare energia e di proteggersi dai rigori invernali per poi rispuntare vigorosamente in primavera.
Imparare a riconoscere come si comportano le piante è importante e dobbiamo farlo partendo da dove ci troviamo noi. La zona climatica determina anche che alcune piante che con climi più freddi sono annuali, per esempio il ricino, lungo le coste del Mediterraneo sono specie perenni.
I pomodori ed alcune varietà di basilico, ai tropici, sono piante perenni, così come alcuni peperoncini: nei nostri climi la loro durata non va oltre una stagione. All’equatore le piante di pomodoro possono crescere alcuni metri e durare anche due anni. Nella storia dell’agricoltura sono stati i contadini, più tardi i vivaisti, ad esaltare queste caratteristiche per potere avere fiori che dessero il meglio in una stagione trascurando la possibilità che questi potessero rifiorire la stagione successiva, per esempio si fa comunemente con i garofani. Dobbiamo imparare guardando ed osservando come si comportano nei nostri orti per regolarci e adattarci a queste caratteristiche, non essendo questioni attinenti strettamente alla botanica ma agli usi molteplici determinati dalla lunga storia degli orti e dei giardini.
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