Sei Nazioni al via: domani Italia Irlanda
Sport Sedicesima edizione per il torneo di rugby che riparte con gli azzurri domani al banco di prova con la squadra campione. Brunel si è rimesso al lavoro e a provato a ridare consisstenza alla difesa e equilibrio fra i reparti
Sport Sedicesima edizione per il torneo di rugby che riparte con gli azzurri domani al banco di prova con la squadra campione. Brunel si è rimesso al lavoro e a provato a ridare consisstenza alla difesa e equilibrio fra i reparti
Il Sei Nazioni di rugby prende il via in questo weekend. E’ la sua sedicesima edizione nella versione a sei squadre, con l’Italia ultima arrivata nell’ormai lontano 2000. Lo scorso anno, quando tutti guardavano all’Inghilterra come probabile vincitrice, spuntò a sorpresa l’Irlanda e si aggiudicò il torneo. Il Galles, trionfatore delle due precedenti edizioni, chiuse al terzo posto. L’Italia finì ultima: zero punti, whitewash e cucchiaio di legno, ma soprattutto brutte partite e difesa ridotta a un colabrodo: 21 mete incassate.
Quando il 15 marzo scorso allo stadio Olimpico calò il sipario, dopo che il XV della rosa aveva infierito senza pietà (11-52) sui poveri resti di una squadra allo sbando, parve a molti che il cammino degli azzurri nel rugby internazionale fosse giunto a un punto morto. Tutto da rifare, disse qualcuno, e non era cosa buona a un anno e mezzo dalla coppa del mondo. La trequarti, con i giovani innesti di Sarto e Campagnaro, non aveva messo in mostra sufficiente consistenza; in cabina di regia la promessa Tommaso Allan sembrava difettare del necessario carattere né dava garanzie nei calci piazzati; il pack appariva ormai usurato. Tutte queste cattive impressioni avevano trovato conferma nel tour estivo, quando non solo Fiji e Samoa avevano maramaldeggiato ma anche il Giappone era riuscito a sconfiggere la squadra italiana. Una brutta situazione e toccava a Jacques Brunel porvi rimedio.
E lui, Brunel, si è rimesso al lavoro. Con calma e carattere ha provato a ridare consistenza alla nostra difesa e riportare equilibrio fra i reparti. Nei test di novembre qualcosa si è visto: più equilibrio, più attenzione in difesa, miglior gestione della palla. La presenza in squadra di Kelly Haimona, il neozelandese “equiparato” in forza alle Zebre, ha inoltre dato un po’ di fosforo al gioco degli azzurri e garantito punti dalla piazzola. Vittoria con Samoa, sconfitta di misura con i pumas argentini, inevitabile inchino agli Springboks ma con l’onore delle armi. E adesso il Sei Nazioni, con un occhio ai mondiali d’autunno e al futuro che verrà con il dopo-Brunel. Domani 7 febbraio all’Olimpico (15.30, DMax) arriva proprio l’Irlanda campione in carica, orfana di Brian O’Driscoll, che ha appeso le scarpe al chiodo, e priva di fuoriclasse come Jonathan Sexton e Jamie Heaslip. Ma comunque terza forza del rugby mondiale secondo la classifica dell’International Board e dunque grande favorita in questo torneo. Anche loro, gli irlandesi, guardano ai mondiali d’autunno (saranno nel girone degli azzurri, insieme alla Francia) ma non per questo lesineranno le forze, non è cosa, questa, che si fa al torneo più antico del mondo.
Giovedì Jacques Brunel ha annunciato la formazione dell’Italia. Giocano Masi; Sarto, Campagnaro, Morisi, McLean; Haimona, Gori; Parisse, Minto, Zanni; Biagi, Furno; Castrogiovanni, Ghiraldini, Aguero. Sulla carta è la migliore squadra a disposizione, al netto degli infortuni e delle convalescenze (Geldenhuis e Favaro), ma tutti si chiedono se il quindici azzurro che scende in campo sarà, almeno sotto il profilo mentale, più parente della formazione vista in autunno o di quella di un anno fa. Questo però lo dirà il campo. Stasera il torneo prende il via con il match di Cardiff tra Galles e Inghilterra. Domani 7 in campo anche Francia e Scozia.
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