Visioni

Segreti e misteri nel convento tra vendette, crocefissi e rosari

Segreti e misteri nel convento tra vendette, crocefissi e rosariSydney Sweeney in «Immaculate»

Al cinema "Immaculate" - nelle sale da oggi - horror del regista e sceneggiatore statunitense Michael Mohan

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 11 luglio 2024

Cosa si nasconde nel convento da cui – nel prologo che fa venire in mente Suspiria di Dario Argento – cerca di fuggire nella notte una giovane suora inseguita da quattro monache che la braccano e imprigionano? In quel convento, immerso in una campagna italiana e costruito come castello nel 1600 per essere ospizio di anziane suore, arriva da Detroit Cecilia, con un trauma adolescenziale, decisa a prendere i voti. Non sa di essere stata prescelta per degli esperimenti di genetica (la parte meno convincente del film) compiuti da un prete-scienziato folle nei sotterranei dell’edificio. E ai quali si opporrà con tutte le sue forze scoperchiando le nefandezze compiute da prelati e suore in nome della religione e della «purezza». Diretto dal regista e sceneggiatore statunitense Michael Mohan, Immaculate – nelle sale da oggi – è un horror non memorabile ma con intuizioni visive pregevoli (il lavoro sul volto, e soprattutto sugli occhi, di Sydney Sweeney nel ruolo di suor Cecilia) e che indaga le tante superfici, i diversi strati del castello-convento (anche qui, pur con abissale distanza, si pensa al sommo cinema di Argento) con sguardo equilibrato – dalle stanze al refettorio, dalla chiesa alle catacombe.

SPAZI che Cecilia esplora, anche quelli dove non dovrebbe entrare, così come entra in contatto con una moltitudine di personaggi che la ostacolano. La solidarietà la trova solo in suor Guendalina (Benedetta Porcaroli), ribelle e destinata a una tragica fine. Cecilia compirà la sua vendetta, con crocefissi e rosari usati come armi, sfatando quanto le era stato detto: «Non te andrai mai di qui».
Film dal cast internazionale (fra gli italiani c’è Giorgio Colangeli nei panni del cardinale), Immaculate ha in colonna sonora, tra brani sacri, anche un estratto musicale, di Bruno Nicolai, da un horror di culto degli anni Settanta, La dama rossa uccide sette volte di Emilio P. Miraglia.

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