Se Santa Claus si scopre punk
Note sparse Assoli infuocati e jingle della tradizione, anche il rock si inchina al rito dei dischi natalizi
Note sparse Assoli infuocati e jingle della tradizione, anche il rock si inchina al rito dei dischi natalizi
Lontani dal suggerirvi colonne sonore mentre aprite i regali di un laico Natale, abbiamo deciso di aiutarvi con una piccola selezione musicale alternativa. Non vi renderà persone migliori ma ritroverete l’entusiasmo di quando Natale voleva dire regali e vacanze, e non tredicesima (un po’ di ottimismo, va bene sognare), debiti e torroni scadenti. Rocker, punk, metallari, in tanti si sono cimentati nel tributo al compleanno di Cristo. Un buon esempio ne è la raccolta We Wish You a Metal Xmas and a Headbanging New Year del 2008. È roba seria, fra i tanti ci sono Lemmy (a cantare Run Rudolph run), Alice Cooper, Dave Grohl, Tony Iommi, John Tempesta, per tutti quelli che, dopo il panettone, decidono di giocare duro, magari con whisky e un poker fratricida. Lemmy sarebbe fiero di voi.
Con Happy Holidays del 2006 il pranzo con i parenti diventerà la vostra licenza poetica, troverete dalla mitica Jingle Bell Rock a White Christmas songs, ma cantate dalla cruda voce di Billy Idol. Per la famiglia resterete dei simpatici picchiatelli. Se volete essere ricercati e fare un figurone con un punk peso, fa per voi il bootleg live – e raro – degli Stiff Little Fingers, White Christmas del 1981. Una delle 200 copie su Discogs è valutata circa 400 euro.
Oppure ci sono sempre i Vandals, con il disco Oi to the World del 1996 pure noto come Christmas with the Vandals: Oi to the World! Ve la cavate con una trentina d’euro. Va bene anche il singolo Santa God dei Pearl Jam, prezzo ragionevole, ma sono due canzoni e prima o poi torneranno ad ammorbarvi i motivi dello Zecchino d’Oro. In ultima ipotesi portate Crackers – The Christmas Party Album degli Slade, ma se Edison avesse saputo di quest’album probabilmente il giorno che progettò il fonografo sarebbe andato ad ubriacarsi in cantina. Puro rock inglese anni ’70, chitarre, batterie e tastiere.
Se siete di quelli che ci tengono a farsi vedere aggiornati, è appena uscito Christmas in Tahoe, il primo album natalizio dei Train, la pluripremiata rock band di San Francisco capitanata da Pat Monahan. Lo trovate solo su Amazon. Un rockettino spendibile al momento del dolce, ma senza eccessi. Accontenterete un po’ tutti, anche nonna alzerà il pugno e batterà i piedi.
Nella raccolta Punk Goes Christmas del 2013 c’è molto hardcore made in Usa, ottimo per le nuove leve di ribelli, prossimi Ceo di qualche multinazionale. Christmas Songs dei Bad Religion invece è il sottofondo adatto per un ambiente leggermente hipsterizzato, con tavola imbandita di olivette e tramezzini. Con Rockin’ Good Xmas (1997), dove spicca Paul Di’Anno, ex voce degli Iron Maiden, o il cd Just Say Noel del 1996, con Beck, Roots e Sonic Youth, sarà come avere una seconda giovinezza, ma durerà poco. Tornerete nel traffico delle 8, con i soliti pezzi della radio. La pace in terra è ancora lontana.
Invece, se in preda alla noia, vi impadronite del pc per deviare la compilation musicale di YouTube, date il peggio di voi. Che poi sarebbe il meglio. Non possono mancare Merry Christmas (I don’t want to fight tonight) dei Ramones, brano dell’album Brain drain (1989), The Damned There Ain’t No Sanity Clause, e il blues di Tom Waits di Christmas card from a Hooker in Minneapolis (1978). Una rapidissima Xmas Has Been X’ed dei Nofx (2012) e poi Xmas Eve dei Rancid, un delirante Christmassacre dei From first to last (2005) e un evergreen satanico: King Diamond, No Presents for Christmas (1985).
Cominciate ad abbassare il tono con due classici del rap, Kurtis Blow, Christmas rappin, di un memorabile 1979 e i RUN-DMC con Christmas In Hollis del 1987. Ultimo scoppio con Jingle Bells dei Sex Pistols. Ma per chiudere non può mancare una dei brani più belli di sempre, Fairytale of New York (1987) dei Pogues, in cui un malinconico Shane MacGowan racconta della vigilia di Natale chiuso in cella con gli ubriachi. Scritta da Shane in Scandinavia, mentre curava una polmonite, arrivò al numero 2 della classifica britannica. L’euforia rientra in favore di un intimo senso dell’esistenza. Pare che lo stesso Santa Claus la mise in loop mentre girava con la slitta.
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