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Se lo Stato appalta gli anziani al privato e al terzo settore

Se lo Stato appalta gli anziani al privato e al terzo settore

Sanità Nell’ambiente dei servizi si è soliti dire che un anziano soprattutto se non autosufficiente è bisognoso di tutto, ma se è così non si capisce perché lo Stato nei confronti dei bambini non si sogna di appaltarne l’assistenza sanitaria , mentre nei confronti degli anziani si

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 2 giugno 2021

Nel Pnrr (Recovery plan) oltre la missione 6 sulla sanità territoriale vi è anche la missione 5 (coesione e inclusione) che si occupa di anziani non autosufficienti e di disabili. Quattro perplessità sorgono dalla lettura di questo testo:

1) se si assume come valore guida l’interesse primario dell’anziano e del disabile cioè il loro alto grado di complessità assistenziale non si capisce la ragione di dividere una problematica unitaria in due missioni, quindi in due competenze ministeriali (salute e lavoro )quindi in due distinte tutele.  Si tratta di una divisione che di certo non aiuta i processi di integrazione tra sociale e sanitario ma al contrario li rende quasi impossibili. Ricordo che solo un grado alto di assistenza integrata assicura ai soggetti fragili una tutela accettabile.

2) la missione 5 abbina (appalta) esplicitamente l’assistenza all’anziano non autosufficiente e al disabile direttamente al terzo settore(M5C2).

3) se mettiamo insieme gli orientamenti della missione 5 e della missione 6 ci troviamo di fronte ad uno Stato che non si sa in base a quale legge ha deciso di appaltare la tutela dei soggetti più deboli al privato e al privato sociale. Rammento che la missione 6 appalta l’intera assistenza domiciliare dell’anziano (oltre i 65 anni) al terzo settore e al privato, e prevede le “case di comunità” in luogo dei distretti che se davvero sono “di comunità” a loro volta dovrebbero essere gestite dal terzo settore. Altrimenti perché chiamarle case di comunità?

4) il grado già alto di diseguaglianze che esiste nonostante il SSN nel nostro paese nei confronti del diritto alla salute rischia di crescere grazie ad una diseguaglianza e una discriminazione in più , quella che riguarda proprio i soggetti sociali più deboli e indifesi cioè gli anziani. Per cui non trovo giusto che il governo proprio con il Recovery plan tratti gli anziani, perché anziani, in un modo, e tratti gli altri cittadini perché non anziani in un altro modo. Soprattutto dopo una pandemia che si è accanita proprio sui cittadini anziani. Si dirà che ciò che conta è che gli anziani siano comunque assistiti e poi sino ad ora lo Stato li ha sempre scaricati al privato e al privato sociale.

Ma la pandemia proprio nei confronti degli anziani avrebbe dovuto per lo meno recuperare lo Stato all’esercizio diretto dei suoi doveri dimenticati. Con la missione 5 e 6 in pratica lo Stato riconosce e delega al privato nelle sue varie forme un vero e proprio monopolio speculativo. Io credo che gli anziani abbiano gli stessi diritti degli altri cittadini, non ne faccio una questione né ideologica e né anti-speculativa. Non sono contro il privato e meno che mai contro il terzo settore, ma sono contro la privatizzazione della sanità pubblica, convinto che dopo la pandemia ci vuol più sanità pubblica non meno. So che il genere di gestione in un servizio alla fine definisce la sua natura, quindi le modalità operative e infine le prassi.

Quindi la qualità dell’assistenza è funzione del genere di gestione che si ha. Un conto è lo Stato che assiste direttamente un anziano con una rete di servizi, un conto è il privato o il privato sociale che vende prestazioni sulla base di predefinite tariffe attraverso un servizio. La questione della “gestione pubblica” dell’assistenza all’anziano quindi è politica e morale allo stesso tempo. È innegabile che il pubblico ad un anziano offre una assistenza migliore e più completa.

Nell’ambiente dei servizi si è soliti dire che un anziano soprattutto se non autosufficiente è bisognoso di tutto, ma se è così non si capisce perché lo Stato nei confronti dei bambini non si sogna di appaltarne l’assistenza sanitaria , mentre nei confronti degli anziani si. Insomma per tante ragioni, che mi ricordano brutte cose del secolo scorso, non mi piace l’idea di uno Stato che dopo una pandemia assume il grado di abilità delle persone e non il loro grado di necessità, come un criterio di accesso o di esclusione alle pubbliche cure. I cittadini inutili al privato e allo Stato solo quelli utili.

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