Cultura

Se la Spagna rigetta le «pseudoterapie»

Se la Spagna rigetta le «pseudoterapie»

SCIENZA Anche l'omeopatia all'interno del «Piano per la protezione della salute»

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 20 novembre 2018

Tolleranza zero con le pseudoterapie mediche. Il governo spagnolo fa sul serio: con il suo «Piano per la protezione della salute contro le pseudoterapie», presentato la settimana scorsa dal ministro della scienza, l’astronauta Pedro Duque, e della ministra della salute, María Luisa Carcedo, punta a «definire e sviluppare azioni per proteggere in maniera integrale i cittadini dalle pseudoterapie». E questo perché «è obbligo delle autorità sanitarie difendere la salute come un diritto di base, fornendo ai cittadini informazioni veraci perché possano distinguere fra le prestazioni e le cure la cui efficacia terapeutica è stata dimostrata da quelle per cui ciò non è avvenuto».

SI TRATTA di una battaglia culturale ma anche politica e sociale contro l’omeopatia e altri trattamenti sanitari che, sebbene formalmente innocui giacché non contengono alcun principio attivo, possono essere molto dannose. Per esempio per chi abbandona trattamenti salvavita a favore di pillole di acqua e zucchero. «Le pseudoterapie implicano un rischio reale che ha un effetto diretto sulla protezione e il ristabilimento della salute», spiega infatti il governo nel documento che verrà presto presentato a tutte le parti e sulla base del quale verrà emesso un decreto governativo. Il motivo è presto detto: «se si utilizzano queste terapie come sostitutive o complementari a quelle che hanno dimostrato davvero la loro efficacia, si starà mettendo a repentaglio il diritto alla salute come diritto fondamentale della persona», dice il documento.

TRA GLI ASSI strategici dell’azione del governo, oltre all’informazione, ci sarà la proibizione della pubblicità ingannevole delle pseudoterapie, l’obbligo che le prestazioni sanitarie vengano fornite esclusivamente da professionisti in possesso del titolo adeguato e l’eliminazione delle pseudoterapie nei centri di salute pubblici e privati, e infine il rafforzamento dei principi dell’evidenza scientifica nella formazione dei professionisti della sanità (il che implica la proibizione dei titoli di studio che oggi vengono rilasciati da alcune università in campo omeopatico). Il governo infatti punta «a un’assistenza sanitaria e una formazione universitaria basate sulla conoscenza, sull’evidenza e sul rigore scientifico».

Benché la ministra ieri in una conferenza stampa abbia chiarito che verrà fatta «un’analisi rigorosa« prima di stabilire che trattamenti rientrano nella definizione di «pseudoterapie», è chiaro che l’omeopatia non potrà esserci giacché non esiste nessuna evidenza scientifica della sua efficacia. La ministra ha ricordato che dei 2008 prodotti omeopatici che hanno chiesto al ministero di adeguarsi alla nuova regolamentazione europea (gli altri verranno ritirati dal mercato), solo 12 hanno dichiarato di avere indicazioni terapeutiche. «Sono questi quelli che verranno sottoposti ai criteri necessari per stabilire se ce le hanno o meno», ha detto. Gli altri, saranno prodotti omeopatici e avranno un’etichetta che dirà che non risultano indicazioni terapeutiche.

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