Se la nazionale piange, il campionato sorride
Sport Il paradosso del calcio italiano che proprio nella settimana dell'apocalisse azzurra, dimostra incertezza e qualità di gioco
Sport Il paradosso del calcio italiano che proprio nella settimana dell'apocalisse azzurra, dimostra incertezza e qualità di gioco
La settimana più complessa nella storia recente del calcio italiano vive un paradosso degno di Zenone. Le dimissioni a scoppio ritardato di Carlo Tavecchio con possibile commissariamento della Figc (richiesto dal Coni) come accaduto per la Lega di Serie A e B, quelle mancate di Giampiero Ventura con detonatore l’eliminazione della Nazionale italiana dalla corsa ai Mondiali russi coincide con l’edizione migliore della Serie A da almeno un decennio. Napoli, Inter, Juventus, Roma, Lazio: cinque fuoriserie racchiuse in un pugno di punti, sette per la precisione (Napoli a quota 35, Lazio a 28 ma con una gara in meno, così come la Roma). Insomma, un equilibrio latente da tempo, con la Juventus a collezionare titoli, Napoli e Roma a giocarsi la piazza d’onore e le milanesi solo a completare il paesaggio.
Certo, la media punti delle prime cinque (soprattutto del terzetto in vetta) che al momento flirtebbe con quota 100 segnala anche il vuoto tra le grandi e le medio-piccole del campionato, con il Benevento che sta finendo nei libri per la fila infinita di sconfitte (13). Ma il segnale è questo: si segna di più, c’è competizione per lo scudetto che potrebbe essere assegnato al fotofinish e c’è la stessa corsa verso un piazzamento in zona Champions League. E si vedono anche partite di assoluta qualità, nell’ultimo turno da Napoli-Milan al derby di Roma, sino a Sampdoria-Juventus. Con allenatori finalmente coraggiosi, che cercano il successo attraverso il gioco, il lavoro sul campo, la ricerca della bellezza, della qualità, appunto: Di Francesco alla Roma, Giampaolo alla Sampdoria, Gasperini all’Atalanta, oltre a Sarri, che con il Napoli è celebrato da top manager mondiali come Guardiola, Bielsa.
Un segnale non captato in casa Italia da Ventura, che ha ingranato la retromarcia dalla gara con la Spagna dello scorso settembre, ovvero dopo due turni di campionato. E anche il botteghino pare essere stato rivitalizzato dalla nuova sceneggiatura proposta dalla Serie A, con la media spettatori in ascesa, oltre il 14% in più rispetto alla passata edizione del torneo (dati fino a ottobre, ma a novembre si è registrata una nuova impennata), nonostante la condizione degli stadi non sia cambiata di una virgola, tra arretratezza e – in alcuni casi – fatiscenza.
Mentre tra gli dati da mandare a memoria c’è il Napoli capolista, che viaggia al ritmo di Barcellona, Manchester City, Paris Saint Germain trascinato da Lorenzo Insigne, per distacco il miglior italiano da oltre un anno e mezzo, uno dei piccoletti che saltano l’uomo e vanno in gol così ricercati dai top club europei ma attraccato alla panchina durante le doppia sfida con gli svedesi, per volere di Ventura. Una situazione grottesca, senza dimenticare che il capocannoniere del torneo – che conta anche Icardi, Dybala e Mertens oltre i 10 gol, primato europeo – è Ciro Immobile, 20 gol in tre mesi con la Lazio e neppure un’occasione davanti alla porta in due gare con la maglia azzurra…
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