Dal punto di vista economico, gli anni compresi tra il crack finanziario del 2007-2008 e l’avvento della pandemia sono stati contrassegnati anche dalle cosiddette «politiche non convenzionali» delle banche centrali. Non solo tassi d’interesse, ma anche acquisto di titoli pubblici e privati sul mercato secondario. Più denaro in circolazione, rendimenti delle obbligazioni statali sotto controllo. In Europa, l’anno cruciale è il 2015, quando la Bce guidata da Mario Draghi lancia il cosiddetto quantitative easing. Non una forma di finanziamento diretto degli Stati, vietato dai Trattati, ma comunque un modo per «alleggerire» gli oneri di rifinanziamento sul mercato. Un grande ombrello...