Secondo la Bibbia tutta la Terra aveva una sola lingua e un solo popolo stava costruendo un’unica città, con una Torre fino al cielo, per farsi un nome e recuperare il Paradiso perduto. Un’opera superba! Dio vide che non sarebbe stato impossibile e scese a disperdere gli uomini e a confondere la loro lingua.
MA BABELE è anche il punto in cui si diventa liberi da un unico Dio e si comincia ad assaporare il linguaggio, che esiste solo nella differenza linguistica. Da quel momento la lingua, totalità chiusa (totus), concentrata in un solo luogo, è diventata una totalità aperta (omnis) di sistemi che si richiamano a distanza e si traducono gli uni negli altri. La stessa unità di un singolo idioma si coglie nella disseminazione spaziale e nella rigenerazione, non più come dono e vincolo calato dall’alto, ma come conquista. Ex Babele lux (Paolo Fabbri).
NIENTE DI MEGLIO allora di un festival pop, fisico e digitale, per riscoprire la bellezza di una di queste lingue, la nostra, e valutarne lo stato dell’arte. Il Teatrino di Palazzo Grassi a Venezia ospita lunedì 21 (dalle 15 alle 18.30), l’evento La Lingua Madre #Italiano Trapassato Futuro, un pomeriggio di intrattenimento sulla lingua italiana nel mondo. A organizzarlo è l’Associazione internazionale Interpreti di conferenza in Italia con l’Università Ca’ Foscari e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
L’idea guida dell’evento, trasmesso in diretta streaming, è che la ripartenza di un Paese dipende dalle capacità dei parlanti di conoscere la propria lingua. Interpreti e traduttori sono i primi a sapere che le lingue si evolvono anche grazie a prestiti e travasi da altre lingue, ma che, in patria e lontani dalla terra d’origine, è l’autocoscienza del potenziale della lingua madre a dare a ciascuno la possibilità di distinguersi.
LA PADRONANZA dei concetti espressi nel proprio idioma schiude agli altri la comunità di appartenenza, che soprattutto nel caso dell’Italia è un immaginario in cui il linguaggio verbale è intriso di altre pratiche semiotiche, dall’arte alla musica, dallo sport al cibo alla moda, e di forme di vita baciate dal sole. Quanti popoli si riconoscerebbero nel modello del Bel Paese, se sapessimo adoperarlo bene! La Lingua Madre italiana è un «lievito madre»: pasta che può riprodursi altrove e fermentare creativamente, esaltando il gusto culturale come bene comune, «trapassato» e «futuro».
RIFLETTIAMO SUL FATTO che l’italiano (altre lingue no) ha due accezioni per indicare il «trasferimento di conoscenza»? «Trasmettere» – trasferire nello spazio – e «tramandare» – trasferire nel tempo, in modo intergenerazionale, con consegne alla storia. Il nostro «tramandare» porta a galla tutte le strategie – in cui l’Italia si è distinta – di resistenza all’erosione del tempo.