Visioni

Se i residui di fabbriche tornano a vivere raccontando storie

Se i residui di fabbriche tornano a vivere raccontando storieLorenzo Vitturi dalla mostra «Borgo Roma. Paesaggio in transizione»

Eventi La mostra «Lorenzo Vitturi Borgo Roma. Paesaggio in transizione» alla Stazione Frigorifera Specializzata

Pubblicato 5 giorni faEdizione del 23 ottobre 2024

Da anni Lorenzo Vitturi – fotografo, scultore, indagatore della realtà, viaggiatore, svolge ricerche, esplorazioni e pratiche artistiche laddove avviene il commercio, lo scambio, il viavai delle persone che fanno acquisti anche spiccioli, luoghi nei quali le merci circolano e passano da una mano all’altra: dal mercato di Ridley Road a Dalston (Londra est) a quello di Balogun in Nigeria, nel Financial District di Lagos, infine ultimamente al paesaggio umano e urbano degli ex-Magazzini Generali di Borgo Roma, a sud di Verona.

QUI, ALL’INTERNO della Stazione Frigorifera Specializzata – ora sede di Eataly e della Earth Foundation, ha appena aperto Lorenzo Vitturi Borgo Roma. Paesaggio in transizione (fino al 6 gennaio 2025, a cura di Giangavino Pazzola responsabile dei progetti di ricerca di Camera Torino in collaborazione con Giulia Adami, curatorial project manager di Earth).
Inaugurata nel 1930 e chiamata anche fabbrica del ghiaccio o Stazione Refrigerata «La Rotonda» la grande struttura circolare prevedeva l’arrivo di vagoni pieni di frutta che poi – ghiacciata in contenitori stagni – proseguiva il suo viaggio verso il nord Europa. Per un lungo periodo abbandonata, è stata per diversi anni sede di una programmazione teatrale di grande livello a cura di Interzona (da Motus alla Societas Raffaello Sanzio a Pippo Delbono a Fanny & Alexander) per poi diventare oggi sede espositiva. Lorenzo Vitturi, un po’ peruviano e mezzo veneziano, ama contaminazioni e scambi ma anche scontri fra le culture e punta l’attenzione sui territori su cui tali scambi/scontri avvengono, su come contestualmente i luoghi si trasformino e come le migrazioni, con gli spostamenti di persone e merci, incidano sui mutamenti delle aree geografiche.

Inaugurata nel 1930, la grande struttura prevedeva l’arrivo di vagoni pieni di frutta

HA UNA PRATICA fotografica che si discosta dal documentarismo classico, con un modus operandi che incrocia continuamente traiettorie diverse: esplorazione dei luoghi, osservazione e raccolta di storie delle persone nel territorio, ritrovamento di materiali depositatisi nel tempo e nello spazio, narrative individuali tramandate oralmente e poi una rielaborazione personale fatta di installazioni, fotografie, collage e sculture colorate ed effimere: oggetti trovati impilati e accostati – poi in questo caso, nel «mondo del ghiaccio» congelati – e rifotografati, sorta di assemblages effimeri.

“Caminantes” di Lorenzo Vitturi

C’È IN MOSTRA UNA MAPPA, una vecchia carta ingrandita del quartiere di Borgo Roma in cui Vitturi ha segnato tutti i punti nei quali ha trovato materiali vari e residui di produzioni: pezzi di carta provenienti dalla Cartiera Fedrigoni, il guanto di uno degli operai della vecchia fabbrica di zinco, frammenti di asfalto con all’interno fili di erba sintetica. O, infine, la trascrizione di storie raccontate da Kumar, il gestore di Ramesh salone da barbiere sikh di via Scuderlando o dal proprietario di Usman Travel a via Comacchio, uno di quei piccoli e vivissimi commerci del quartiere in cui l’andirivieni è frenetico fra cash-transfer, chiacchiere, fotocopie e consigli burocratici. Poi Vitturi ha congelato  tutto e lo ha fotografato prima che si sciogliesse. «Abbiamo cercato di rendere la fotografia meno predatoria attraverso l’uso di metodologie nuove – dice Giangavino Pazzola di Camera – affiancando all’artista Caterina Borelli che, con lo sguardo dell’antropologa, ha decodificato le creazioni di Vitturi, vere microbombe di significato tanto sono dense e stratificate».

E LA VITA VERA E PULSANTE, nonostante la mancanza di una piazza in un quartiere dagli stimoli visivi non immediatamente accoglienti, è emersa dalle mille storie dell’umanità che lì vive o che lì è approdata. Altre storie che si aggiungono a quelle raccolte da Vitturi al mercato di Ridley Road a Dalston (a est di Londra, un tempo multietnico ora in via di gentrificazione) o a Lagos, al Belugan Market, caso raro di mercato locale (il più grande dell’Africa Occidentale) che ha ridensificato e dato nuova vita a un’area svuotata, destinata a essere distretto finanziario.

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