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Scuola, la protesta contro il concorso ad ogni costo che mette a rischio i precari

Scuola, la protesta contro il concorso ad ogni costo che mette a rischio i precariA scuola al tempo del Covid – LaPresse

Caos precari Mentre i contagi da Covid crescono, si prolunga lo stato di emergenza e istituisce nuove restrizioni, il governo insiste: il concorso per chi insegna già da più di tre anni, e dovrebbe essere stabilizzato come richiesto dall'Ue, si terrà comunque dal 22 ottobre al 9 novembre. Sindacati e precari in piazza il 14 ottobre: "Sospendetelo e stabilizzate chi ha diritto". Nel Dl agosto cancellata la licenziabilità dei "precari Covid" in quarantena, ma scoppia il caso dei dirigenti precari nei servizi amministrativi. La Flc Cgil farà ricorso alla Corte europea

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 7 ottobre 2020

L’aumento dei contagi da Covid, il prolungamento dello stato di emergenza al 31 gennaio, il ritorno delle restrizioni sui comportamenti e dei divieti di assembramento non sono bastati, fino ad oggi, a fare cambiare idea al governo Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza e alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sul concorso straordinario per 32 mila posti riservati ai docenti precari che già insegnano nelle scuole da più di tre anni. Le prove si terranno comunque, e ad ogni costo, tra il 22 ottobre e il 9 novembre e mobiliteranno 65 mila candidati in tutto il paese. Molti di questi docenti saranno già in cattedra come supplenti. Potrebbero essere obbligati a lasciare sguarnite le loro classi, qualcuno potrebbe anche trovarsi in quarantena nei giorni delle prove o, peggio, rischiare anche il contagio. È la prova generale: a seguire ci sarà un altro concorso, «ordinario», con 500 mila candidati.

Una lettera dei sindacati Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda inviata lo scorso 30 settembre non è servita a modificare il puntiglio ideologico del ministero dell’istruzione che ignora la richiesta della Commissione Ue di stabilizzare i precari della scuola che lavorano da più di tre anni . Ieri hanno rilanciato la protesta dei precari convocando flash mob e manifestazioni davanti alle prefetture di tutto il paese per chiedere la sospensione delle prove e la stabilizzazione dei docenti secondo le norme europee. «Il concorso non produrrà alcun effetto immediato in termini di assunzioni che saranno effettuate l’anno prossimo – sostengono i sindacati – mentre esporranno la scuola e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi».

La contraddizione di un governo che sollecita i cittadini alla massima prudenza e spinge i precari della scuola a partecipare a un concorso in presenza è stata denunciata anche dal coordinamento nazionale dei docenti precari della scuola che denuncia anche l’esclusione dalle prove di migliaia di docenti del sostegno. «Per alcuni docenti il concorso è l’occasione di una vita e potrebbero sentirsi incentivati a mettere in pericolo se stessi e gli altri eludendo i protocolli per partecipare a un concorso puramente nozionistico che non mira a valutare la capacità di trasmettere il sapere e di educare».

L’approssimazione, e l’accanimento su questa vicenda controversa» che ha spinto a organizzare un simile concorso non risolverà i problemi strutturali della formazione e del reclutamento dei docenti ed è funzionale alla macchina statale sfrutta precari. «Questa situazione – spiega il comitato dei genitori e degli insegnanti “Priorità alla scuola” – è il risultato delle storture accumulate negli anni. L’ultimo concorso è stato nel 2012, i successivi del 2016 e 2018 erano riservati a chi aveva già conseguito l’abilitazione con continui cambiamenti nei requisiti con valore anche retroattivo. Si sospenda la prova, si indica un concorso per titoli e servizi per chi ha almeno tre anni di servizio e si riformi il sistema della formazione e della specializzazione».

Il caos sul precariato scolastico prosegue a tutti i livelli, a cominciare dal fallimento delle assunzioni (22 mila su 85 mila preventivate) e dalle graduatorie per i supplenti piene di errori. La maggioranza e il governo sono riusciti a creare un pasticcio anche nel decreto agosto approvato ieri dal Senato, ora passato alla Camera. Da un lato, hanno recepito un emendamento di LeU che ha cancellato la vergognosa norma incostituzionale che prevedeva il licenziamento dei 70 mila «precari Covid» senza indennizzo in caso di quarantena. Dall’altro lato un emendamento sui direttori dei servizi amministrativi scolastici ha posto le premesse del ricorso alla corte di giustizia europea da parte della Flc Cgil. «Il governo viola le intese sottoscritte con i sindacati azzera la propria credibilità sostituendo in corso d’anno questi lavoratori e riportandoli alla funzione di assistente amministrativo». Per la Uil scuola la «confusione e le contraddizioni indurranno certamente tanti problemi». I 5 Stelle festeggiano e ringraziano la ministra Azzolina che è «intervenuta in prima persona».

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