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Scuola infanzia e primaria, a rischio in seimila: torna la protesta

Scuola infanzia e primaria, a rischio in seimila: torna la protesta

Docenti Estromessi dalle graduatorie. Sciopero contro una sentenza del Consiglio di Stato

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 24 marzo 2018

Nuova protesta dei docenti della scuola dell’infanzia e primaria contro la sentenza del Consiglio di Stato che mette a rischio 6 mila posti di lavoro a causa dell’estromissioni dalle graduatorie in esaurimento (GaE) e dalle cattedre di ruolo.

Ieri a Roma un migliaio di persone hanno manifestato per cinque ore in viale Trastevere, sede del ministero dell’Istruzione, nonostante il divieto della questura a un corteo autorizzato in precedenza. Cobas, Anief, Saese hanno mantenuto lo sciopero e hanno chiesto la conservazione del posto in «ruolo» o nelle GaE; la loro riapertura per i precari abilitati e l’immissione «in ruolo» per i precari con tre anni di servizio. I funzionari del ministero che hanno ricevuto una delegazione hanno espresso una generale «preoccupazione» per la riapertura delle graduatorie e preferirebbero una «soluzione transitoria». Per una soluzione del caso aspetterebbero la composizione del «nuovo governo».

«Ribadiamo che un governo in carica c’è, e non è necessario per una soluzione positiva attendere un nuovo governo – ha detto Piero Bernocchi (Cobas) Visto che tutti i gruppi parlamentari, prima delle elezioni, hanno dato il loro sostegno ad una soluzione positiva per i maestri – ha concluso Bernocchi – è sufficiente che questi gruppi riconfermino a Gentiloni e alla ministra Fedeli, entrambi ancora in carica, il loro appoggio a tale soluzione, consentendo al governo in carica di varare un decreto che sani i pesanti danni prodotti dalla sentenza del Consiglio di Stato».

Tra le ipotesi per risolvere il caso c’è quella della Lega di una graduatoria ad hoc riservata ai diplomati magistrali. Cub Scuola ha proposto di valutare l’anno di prova superato dai docenti immessi in ruolo con riserva equivalente al superamento di un concorso. il Miur preferirebbe un concorso ad hoc per superare la sentenza del Consiglio di Stato. il parere dell’Avvocatura di stato, più volte evocato in quesi mesi, potrebbe non essere risolutivo, soprattutto in mancanza di una reale volontà politica.

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