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Scuola, i precari protestano ma Valditara si autoassolve

Scuola, i precari protestano ma Valditara si autoassolveUna protesta dei precari della scuola – Aleandro Biagianti

12 mila firme di docenti raccolte in poche ore. Flc Cgil: «Basta con il mercimonio dei corsi»

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 3 settembre 2024

A pochi giorni dall’inizio delle lezioni, la scuola si ritrova con la consueta quota di posti vacanti: 250 mila, secondo i sindacati, tra docenti e Ata (il personale amministrativo). A danno della continuità didattica degli alunni e della qualità della vita dei precari, costretti a un eterno gioco dell’oca tra concorsi, algoritmi e corsi di abilitazione a pagamento a fronte di uno stipendio già basso di suo e percepito, quando va bene, solo 8/9 mesi l’anno. Da questo punto di vista i primi due anni di esercizio del ministro all’Istruzione (e merito) Valditara, non sono stati risolutivi ma anzi hanno aggravato la situazione a causa della decisione di riservare una quota di posti disponibili per i futuri vincitori del concorso indetto per il Pnrr.. A questo si aggiunge la sospensione del concorso per 519 dirigenti scolastici. Se il Tar Lazio confermasse il blocco le reggenze aumenterebbero ancora.

ANCHE SE DIVISI negli intenti (riconoscere diritti a un gruppo di abilitati vorrebbe dire penalizzarne altri) i precari hanno comunque cominciato a protestare. Manifestazioni si sono svolte lo scorso 30 agosto in diverse città italiane, mentre domenica a Napoli i “Precari storici uniti per il ruolo” in presidio a Piazza Dante hanno accusato il ministro di dire mezza verità: «molte supplenze slitteranno a fine dicembre, perché i concorsi non sono ancora conclusi». Ieri a Milano è stato occupato l’atrio dell’Ufficio scolastico territoriale per denunciare il «malfunzionamento dell’algoritmo» . I «numerosi docenti scavalcati nonostante i lauti punteggi – hanno detto i manifestanti, riuniti dall’Adl Cobas – rimarranno disoccupati, dato che l’algoritmo procede inesorabilmente, nonostante le sue falle tecniche, a nominare docenti con punteggio inferiore, falcidiando il diritto al lavoro dei docenti e quello a mantenere la propria continuità didattica e di reddito». L’Adl Cobas Lombardia si è detta pronta «a denunciare l’intero impianto ammazza precari presso la procura della Repubblica portando avanti ricorsi paralleli al giudice del lavoro per un riconoscimento economico del danno». Proteste anche davanti all’ufficio scolastico provinciale di Torino. Anche qui i precari della scuola denunciano di essere «stati danneggiati dall’inefficienza dall’amministrazione con danni gravissimi per il nostro lavoro e la nostra vita».

IL SEGNO DELLA PROFONDA crisi che stanno vivendo i lavoratori dell’istruzione arriva anche dalla lettera scritta dai vincitori dei concorsi degli anni scorsi e indirizzata alle principali organizzazioni sindacali e ai gruppi parlamentari. In 48 ore sono state raccolte più di 12 mila firme. «Abbiamo superato le prove ma il Governo ci abbandona alla precarietà senza alcuna prospettiva», scrivono i firmatari, chiedendo un intervento urgente delle istituzioni per «affinché la stabilità lavorativa diventi una realtà». «Tanti di noi hanno già dimostrato il proprio valore sul campo e siamo stati giudicati idonei da un sistema che ora ci volta le spalle, lasciandoci in balia della precarietà, condannati a svolgere un altro concorso, durante il prossimo autunno. Non siamo numeri da inserire in graduatorie di cui non conosciamo neanche l’esito finale, né persone da utilizzare come bancomat per le università telematiche ed enti privati che si occupano di erogare a costi carissimi, master e certificazioni che gonfiano i punteggi in una inesorabile guerra tra poveri». Quella dei corsi abilitanti a pagamento è «una situazione vergognosa che stiamo denunciando da tempo», ha dichiarato la Federazione Lavoratori della Conoscenza della CGIL annunciando di aver chiesto al Mim e al Mur, senza aver avuto risposta, di «porre fine a questa degenerazione del sistema». «Per farlo – sottolinea l’Flc Cgil che minaccia di rivolgersi all’autorità giudiziaria – è essenziale che l’università ritorni a essere adeguatamente finanziata, che si rinnovi al più presto il Contratto nazionale e si investa sul diritto allo studio».

VALDITARA HA POI risposto piccato nel pomeriggio accusando il sindacato di dire falsità: «è molto grave che la Cgil parli di gravi responsabilità del Mim, se ha notizie di ipotesi di reato, denunci». E scaricando poi la colpa sul ministero dell’Università. Interpellata, Bernini è stata costretta a fare una nota per comunicare che il Mur «ha avviato già i dovuti approfondimenti».

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