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Scuola, caos precari mobilitazioni in 5 città

Scuola, caos precari mobilitazioni in 5 cittàManifestazione di precari della scuola – Aleandro Biagianti

EDUCAZIONE CINICA Giornata di sit in per gli insegnanti che, nonostante abbiano superato il Concorso Pnrr 2023 si trovano ancora esclusi dal lavoro sotto gli uffici regionali scolastici di Roma, Milano, Firenze, Bari e Napoli.

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 28 settembre 2024

Giornata di mobilitazione nazionale ieri per gli insegnanti che, nonostante abbiano superato il Concorso Pnrr 2023 si trovano ancora esclusi dal lavoro, senza idoneità e senza graduatoria a scorrimento, condannati a «una condizione di precarietà insostenibile».

Ieri si sono svolti presidi sotto gli uffici regionali scolastici di Roma, Milano, Firenze, Bari e Napoli. I manifestanti hanno chiesto la pubblicazione di graduatorie di merito trasparenti e un sistema di reclutamento equo e dignitoso, che valorizzi il lavoro degli insegnanti, senza trattarli come strumenti di profitto per enti privati. «Aver vinto questo concorso non ci porta a nulla, neanche una abilitazione» ha detto una docente in presidio a Roma mentre Luigi, marchigiano, ha spiegato: «Non ha senso ripetere prove che abbiamo superato, ci riconoscano una graduatoria e ci assumano, i posti ci sono, non li vogliono dare a noi precari».

E ieri è arrivato anche l’appoggio della Flc Cgil. Il sindacato in una nota, ha comunicato di condividere «le ragioni della protesta, sostiene le iniziative di mobilitazione in corso e si impegna a intraprendere tutte le strade possibili per ottenere un piano di reclutamento che risponda alle legittime aspettative dei docenti in sospeso e al bisogno di stabilità della scuola italiana».

Mentre il 2 ottobre prossimo anche il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati si mobiliterà in concomitanza con un incontro al ministero dell’Istruzione. «La continuità didattica e la qualità dell’insegnamento si assicurano solo con la stabilizzazione dei precari. Siamo stanchi delle vessazioni e dei ricatti economici che ci obbligano a una formazione continua (spesso fittizia), a nostre spese, per scalare le graduatorie nella speranza di essere convocati per una supplenza», hanno scritto in una lettera inviata alle rappresentanze sindacali della scuola.

«Mai si era visto un caos simile e tante ingiustizie nelle nomine dei docenti del nostro Paese – ha affermato il responsabile scuola di Sinistra Italiana, Giuseppe Buondonno – La scuola pubblica sta in piedi, nonostante gli attacchi, i tagli e la privatizzazione in particolare di questo governo, anche grazie al loro lavoro. È un problema che riguarda tutta la scuola e, dunque, la democrazia».
Intanto da parte degli idonei al concorso 2023 sono già partiti i primi ricorsi mentre il sindacato Gilda ha inviato al provveditorato una richiesta di certificazione di idoneità al superamento del concorso per tutti i docenti ancora nel limbo.

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