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Scuola, appello degli studenti ai partiti: «Mobilitatevi con noi»

Scuola, appello degli studenti ai partiti: «Mobilitatevi con noi»Manifestazione studentesca – Ansa

Verso la manifestazione La Flc Cgil in presidio permanente a Montecitorio. Unione degli studenti e Rete degli studenti medi lanciano un appello verso la manifestazione nazionale del 15 novembre: «Convergiamo in un fronte di opposizione, il momento è grave»

Pubblicato circa 10 ore faEdizione del 13 novembre 2024

Prosegue la mobilitazione della scuola. Dopo lo sciopero del 31 ottobre ieri la Flc Cgil ha convocato un presidio a Roma, in piazza Capranica, pochi passi da Montecitorio, mentre gli studenti della Rete degli studenti medi e dell’Unione degli studenti dalla Redazione di Scomodo, hanno lanciato un appello dalla capitale in vista della manifestazione del 15 novembre. Uno stato di agitazione che attacca i tagli voluti dal governo nella manovra e il modello di istruzione del ministro leghista Giuseppe Valditara.

LA QUESTIONE SALARIALE e la stabilizzazione dei precari al cuore della mobilitazione del sindacato: «Questo governo mortifica il nostro settore, a partire dai tagli. Dicono che i soldi non ci sono ma è una questione di priorità. Per mettere i soldi in armi le scelte sono state fatte» dice la Flc. Su oltre un milione di dipendenti pubblici nel comparto scuola ci sono almeno 250mila docenti precari, una cifra mai così alta, mentre il blocco del turnover inserito nella manovra priverà l’istruzione pubblica di altri 7mila lavoratori nel prossimo anno scolastico. Alla manifestazione erano presenti anche Antonio Caso del Movimento 5 stelle e Marco Grimaldi di Avs. La mobilitazione si farà permanente e il sindacato tornerà in presidio a piazza Capranica tutte le settimane, anche dopo lo sciopero generale del 29 novembre: «La posta in gioco è troppo alta. Il governo taglia e intanto interviene sul sistema valoriale attraverso le norme di comportamento, come si è visto bene in questi ultimi giorni», spiega il sindacato.

INTANTO GLI STUDENTI si preparano per la manifestazione nazionale del 15 novembre, lanciando un appello per costruire un fronte di opposizione ampio al governo: «Le nostre battaglie siano le battaglie di un intero paese che crede nella partecipazione dei giovani, che sa che senza il dissenso non ci sarebbe democrazia» scrivono nel comunicato, rivolto alle forze sociali e politiche. Proprio dai giovani, ricordano, il governo «più a destra della storia» ha iniziato con le proprie politiche repressive: prima il decreto Rave, poi il decreto Caivano, la riforma della condotta e ora il Ddl sicurezza in esame al Senato. Tutte misure «con un chiaro obiettivo: marginalizzare, criminalizzare e punire». Per questo le due principali organizzazioni studentesche chiamano ora le opposizioni alla convergenza, a partire dalla manifestazione del 15 fino allo sciopero generale del 29 novembre e oltre. Ma la battaglia sull’istruzione per gli studenti è più larga dei soli fondi in manovra: «assistiamo al tracollo dell’idea di scuola come luogo trasformativo della società, il primo spazio in cui garantire l’ascensore sociale» scrivono, attaccando il clima di militarizzazione che ha investito anche gli istituti. Intanto Valditara rivendica la linea repressiva del governo: «in un’occupazione a Roma ci sono stati due milioni di danni. Che li paghino le famiglie, perché dobbiamo pagare noi?», ha detto a margine di un evento elettorale in Umbria.

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