Scuola, al lavoro per snellire i controlli dei green pass
Tavolo al ministero con i sindacati Tamponi salivari gratuiti per screening di massa, tra le richieste. Si temono contagi in autunno
Tavolo al ministero con i sindacati Tamponi salivari gratuiti per screening di massa, tra le richieste. Si temono contagi in autunno
Obiettivo didattica in presenza. I primi a varcare i portoni saranno gli studenti costretti al recupero dei debiti, la campanella suonerà il 6 settembre a Bolzano quindi toccherà a 10 regioni il 13 settembre. Ma le incertezze sono ancora molte. «Stiamo lavorando sulla gestione del green pass da parte delle scuole: c’è stata una riunione fra il ministero dell’Istruzione e quello della Salute. Siamo in contatto con il Garante della privacy – ha spiegato il ministro Bianchi -. Stiamo per inviare agli Uffici scolastici regionali la ripartizione dei 422 milioni per l’organico aggiuntivo per il recupero degli apprendimenti». I tecnici dei due dicasteri lavorano alla semplificazione dei controlli attraverso le procedure attuative del decreto 111, come chiedono i sindacati dei dirigenti scolastici. Stamattina al ministero tavolo di confronto con i sindacati che hanno firmato il protocollo sicurezza.
LA UIL minaccia di ritirare la firma: «Il ministro ha unilateralmente inserito una procedura che non esiste: il tampone gratuito era previsto per tutti, non solo per i fragili. Condizione preliminare alla nostra sottoscrizione dell’accordo era il rilascio da parte del ministero dei dati certi sui vaccinati nella scuola. Ma non li abbiamo, perché probabilmente non li hanno». Il sottosegretario 5S alla Salute Sileri ieri ha commentato: «Arriveremo all’80% di vaccinati. Ma lasciamo aperta la possibilità per alcune categorie, per alcune fasce d’età di una forma di spinta alla vaccinazione nel caso che non si raggiunga l’80% entro il 15 settembre». Il sottosegretario leghista all’Istruzione Sasso spinge per un altro approccio: «Serve un uso massiccio dei tamponi salivari. Sono contrario all’obbligo vaccinale».
L’ANIEF non ha firmato il protocollo e quindi non sarà al tavolo. Ieri ha inviato una nota al premier Draghi, al ministero della Salute, dell’Istruzione e dell’Università: «Il commissario Figliuolo ci dice che 186mila addetti non hanno fatto il vaccino, oltre 2milioni e 300 mila over 12 anni sono in attesa della prima dose e comunque gli under 12 non sono vaccinabili, il dl che introduce l’obbligo di green pass è in via di conversione alle Camere ed è oggetto di scrutinio di legittimità presso il Tribunale amministrativo e del lavoro per il contrasto alla normativa Ue. Alla luce di tutto questo – spiega il presidente Marcello Pacifico – chiediamo l’equiparazione dei test salivari a quelli antigenici. Lo screening gratuito di alunni e addetti, soprattutto i non vaccinati, è fondamentale per la ripresa delle attività in sicurezza».
ASSENTE ANCHE L’ANP ( Associazione nazionale presidi), che pure non ha firmato il protocollo. A favore dell’obbligo vaccinale per il personale si è schierato il presidente Antonello Giannelli, che pone molte questioni a cominciare dal controllo della carta verde: «Il pass viene dato a chi è vaccinato, a chi è guarito da non più di 6 mesi, a chi ha fatto un tampone entro 48 ore. In sede di controllo non si conosce la condizione o la scadenza. Un sistema adatto per i ristoranti, non per un luogo frequentato da una platea stabile. Dovremo controllare tutti i giorni lo stesso 87% che si è vaccinato. Abbiamo chiesto che una circolare consenta ai dirigenti di conoscere chi si è immunizzato per snellire le procedure».
Aerazione delle aule. Sono stati stanziati fondi per introdurre nelle classi i depuratori ma in molte scuole non se ne hanno notizie: «Si tratta di progettare e installare gli impianti da parte degli enti locali – prosegue – e già questo è un problema ma la preoccupazione maggiore riguarda la gestione della manutenzione». L’incertezza maggiore riguarda la diffusione del virus con la ripresa delle lezioni in presenza: «Lo scorso anno l’impossibilità di mantenere il metro di distanza tra studenti si poteva risolvere utilizzando la dad, il nuovo protocollo invece dice che va rispettata solo “qualora possibile” e questo farà aumentare i rischi. Le autorità sanitarie dovranno decidere come effettuare screening periodici per arginare il Covid».
LA DAD diventa quindi probabile: «Potrà accadere che il professore avrà alunni in presenza, altri in dad perché in quarantena per 7 giorni perché vaccinati, altri per 10 giorni perché non vaccinati. Abbiamo chiesto uno snellimento delle procedure». Infine i trasporti: «Ci vogliono corse dedicate agli studenti. Non si può pensare di risolvere affidandosi allo scaglionamento. Gli alunni pendolari non possono essere penalizzati».
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