Rubriche

Scrivere una lettera a un adulto

I bambini ci parlan La rubrica settimanale a cura di Giuseppe Caliceti

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 12 luglio 2018

Mi dite a chi avete poi deciso di scrivere la lettera a un adulto che avevate per compito? Sono curioso…

«Io a mia mamma». «Anche io». «Io a mio papà». «Anch’io». «Io a mio cugino». Io l’ho scritta a mio zio». «Io alla maestra». «Alla maestra anche io». «Io a te, maestro». «Anche io». «Io a mio fratello perché ha diciotto anni e perciò è già un adulto». «Io a mio zio».

Cosa avete scritto? Spiegatemi un po’ le cose che avete scritto e che, secondo voi, sono più importanti….

«La data». «Il luogo e la data. Poi la firma alla fine. La firma del mittente». «Io ho iniziato con Egregio Padre, come nell’esempio, perché mi faceva ridere un po’….». «Io, maestro, a te ho scritto quello che mi piace delle cose che fai a scuola, quello che ci hai insegnato». «A mio zio, io ho scritto una lettera d’amore perché io sono innamorato di lui perché lui, tutte le volte che viene a trovarci qui a casa nostra, mi fa ridere e dice che mi vuole bene e si vede che mi vuole un sacco di bene». «Io dei ricordi. Sì. Ho scritto a mia mamma delle domande. Se si ricordava di quando abbiamo fatto delle belle cose insieme, per esempio quando io l’ho aiutata a fare la torta, quando eravamo in vacanza, eccetera». «Però queste erano tutte lettere confidenziali, famigliari, perché se scrivevi al sindaco o a un’altra persona sconosciuta non potevi usare il linguaggio confidenziale perché il tono confidenziale, si può usare solo con gli amici». «Ma io e i miei genitori conosciamo il nostro sindaco Marcello e allora come dobbiamo scrivergli? In tono confidenziale o non confidenziale». «Puoi fare come vuoi». «Quello non confidenziale è il tono ufficiale». «No, è il tono informale». «Quello si usa se una persona non la conosci, non puoi mettere Caro sindaco ma se lo conosci, per me, puoi metterlo, anche se è un po’ strano». «Anche Egregio Padre, per me, faceva un po’ ridere, infatti quando ho letto l’esempio sul libro mi ha fatto un po’ ridere e dopo l’ho fatto anche io per scrivere la lettera a mio papà». «Per me una cosa bella che io ho messo nella lettera è che ho messo quando era il suo compleanno e lo abbiamo festeggiato insieme perché lui, mio fratello, quando ha compiuto diciotto anni si è commosso perché adesso è diventato maggiorenne e può guidare non solo la moto ma anche l’automobile di mio papà. Però mio papà gliela deve dare, gliela deve prestare».

E i saluti li avete messi? Avete messo anche il post scriptum?

«Sì. Io ho messo Cari saluti da…» «Io ho messa baci e abbracci da….» «Io ho messo solo Ciao».

Ma la lettera gliela avete poi spedita al destinatario?

«No, maestro. Era impossibile. Perché era scritta sul quaderno blu. Il quaderno di italiano». «Oppure si poteva ricopiarla tutta su un foglio e metterla su una busta ma io non avevo voglia di ricopiarla e allora ho fatto leggere il quaderno a mio papà e lui è stato molto felice. Non si aspettava che io avessi scritto proprio a lui. Pensava che io avessi scritto alla mamma o alla nonna». «Io volevo scrivere sia a mio papà sia a mia mamma però tu avevi detto che bisognava scegliere e così ho scelto mia mamma, perché io ho pensato che io e lei parliamo sempre e io avevo più cose da dirle, più cose da scriverle». «Mi è piaciuto molto scrivere questa lettera però… Però non mi è piaciuto perché non era una lettera vera. Perché se era una lettera vera bisognava piegare il foglio e metterlo in una busta e chiudere la busta e mettere il francobollo e poi spedirla». «Ma a spedirla col francobollo ci vogliono i soldi». «Ma io ce li ho i soldi». «Ma questo era un compito, non era una lettera vera». «Invece era come una lettera vera». «Ma non era vera!» «Per me se la facevamo per la festa della mamma o del papà era meglio così era già come un regalo». «Io nella mia lettera, alla fine, ho ringraziato mia mamma per tutto quello che fa per me e mio papà». «Questa lettera io voglio fotocopiarla e regalarla a mia mamma». «Mia mamma l’ha letta sul quaderno. Si è commossa, si è quasi messa a piangere». «Per me questo compito era facile perché scrivere una lettera non è come un tema o un racconto che non sai a chi stai scrivendo. Invece con la lettera lo sai perché c’è il destinatario e tu la stai scrivendo al destinatario»

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento