«Scripta», l’arte entra nelle Case del Popolo
FESTIVAL In corso a Firenze la rassegna, poi festival, e ora progetto a tutto tondo
FESTIVAL In corso a Firenze la rassegna, poi festival, e ora progetto a tutto tondo
In autunno a Firenze è tempo di Scripta, rassegna, poi festival, ora progetto a tutto tondo, che si articola durante l’anno tra percorsi educativi, incontri e dibattiti che mettono al centro l’arte e le parole. L’avvio della programmazione – curata dal suo ideatore Pietro Gaglianò – è stata sancita l’8 ottobre dall’accensione di «sanniccolò 33», opera dell’artista Paolo Ciregia che ha restituito l’insegna originaria alla Casa del Popolo di san Niccolò, tingendola di rosso.
Le Case del Popolo sono, infatti, uno dei luoghi non deputati che Scripta ha scelto di abitare grazie alla creatività dell’arte, confermando la sua componente comunitaria e dialogica di un fare che si struttura, grazie alle parole, in una forma che sintetizza la molteplicità di voci che la compongono. Una vocazione plurale, dunque, che ha portato la rassegna, nata per presentare libri d’arte contemporanea – tanto che il suo storico partner è la libreria Brac nel cuore di Firenze -, a ospitare quest’anno per la prima volta il premio alla Giovane critica d’arte. La giuria – tra una cinquantina di proposte esaminate – ha premiato Daniel Borselli, dottorando presso l’Università di Bologna; il giovane studioso riceverà una borsa di studio da 2000 euro e la pubblicazione del saggio dalla casa editrice Gli Ori, all’interno della collana I limoni.
Questa iniziativa conferma l’attenzione che il progetto dà alla parola e alla capacità di farsi ancora letteratura d’arte come nella migliore tradizione italiana, restituendo così centralità al linguaggio umanista in quanto espressione di saperi complessi e scientifici e non solo prettamente divulgativi. Del resto alta, è la qualità dei libri presentati, tutti con un punto di vista specifico, offrendo un panorama sulla nostra contemporaneità vivace e composito. Ma il fil rouge di questa edizione resta una tipologia di luogo, la Casa del Popolo: in quella di Settignano, sabato scorso, Stefano Giuri e Matteo Coluccia hanno dato vita alla performance Socccer; in quella di Barberino del Mugello, oggi sarà presentata un’opera inedita di Flavio Favelli, dal titolo Gala.
Come tutte le operazioni che si articolano all’interno di questi spazi pubblici e condivisi, anche questa di Favelli è stata pensata in sinergia con gli abitanti del luogo, tanto che sarà realizzata insieme ai ragazzi dell’associazione Liberamente. L’opera è una pittura murale che prende posto nella sala giochi, lo spazio più frequentato dai giovani. Alle pareti Favelli disegna stemmi di passaporti di paesi extracomunitari, di sigarette non più in commercio e di etichette di Chianti non più in produzione.
Rimanendo fedele alla sua poetica della memoria, Favelli dispiega un immaginario condiviso. «Questa araldica simboleggia in tutte e tre i casi una definizione arbitraria della territorialità – afferma Gaglianò -. I passaporti definiscono i confini nazionali, i marchi di sigarette il monopolio di Stato, l’etichetta del Chianti un’invenzione culturale della tradizione vinicola toscana».
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