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Scostamento, sostegni e Recovery Ad aprile Draghi si gioca tutto

Scostamento, sostegni e Recovery Ad aprile Draghi si gioca tuttoMario Draghi

Governo Il Piano di ripresa sarà presentato alle camere il 26 e 27, il 30 dovrà essere a Bruxelles

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 8 aprile 2021

L’ultima tappa sarà la presentazione alle Camere del Pnrr, il Recovery Plan italiano, tra il 26 e il 27 aprile, prima di portare il Piano a Bruxelles il 30 aprile. Il Piano dovrà però essere anticipato dalla presentazione del «Pacchetto semplificazioni» a cui sta lavorando il ministro dell’Economia Daniele Franco: passaggio propedeutico e necessario per provare a rispettare le consegne europee sul Recovery, che va speso entro il 2026 e rispettando il cronoprogramma indicato, pena la sospensione dei finanziamenti.

Ancora prima ci sarà la presentazione del Def e del nuovo scostamento di bilancio, ancora da quantificare, al quale dovrebbe seguire a strettissimo giro, sempre che non si voglia far esplodere il Paese, il nuovo dl Sostegni. In mezzo la battaglia campale sul piano vaccini, che continua a essere persa ma il governo spera nel guizzo, e lo scontro sulle chiusure che ormai va molto oltre il solito braccio di ferro con Salvini. È la stessa ministra forzista delle Regioni Gelmini a parlare di possibile avvio delle riaperture il 20 aprile e oggi le Regioni incontreranno Draghi per discutere il Pnrr ma torneranno alla carica anche sulle riaperture.

L’elemento strategico, in questo aprile di passione in cui il governo Draghi si gioca tutto, è il Pnrr, tanto più dopo che l’Istat ha certificato un milione di disoccupati in più rispetto all’anno scorso nonostante il blocco dei licenziamenti. Dunque non si tratterà solo di colmare i vuoti lasciati dal governo precedente, in particolare quelli sulla riconversione ecologica fondamentale per Bruxelles e trascurata dal piano di Conte e Costa.

Draghi dovrà anche fare in modo che gli investimenti si traducano in posti di lavoro subito. In caso contrario la fine del blocco dei licenziamenti e la conseguente nuova ondata di disoccupati renderà la crisi e l’Italia ingovernabili.

Ma in una crisi come questa il nodo più incandescente è sempre quello più immediato. In questo caso lo scostamento di bilancio legato al Def. Sulla carta il cdm dovrebbe decidere dopodomani ma lo slittamento è praticamente certo. In ogni caso il Def sarà illustrato in parlamento il 22 aprile, il tempo a disposizione è comunque scarso. Inizialmente Draghi ipotizzava un nuovo scostamento di 20 miliardi, da sommarsi ai 132 di debito già accumulati dall’inizio della pandemia. Non basteranno.

La Lega chiede di arrivare a 30. Brunetta suggerisce una cura shock: 20 miliardi al mese. Sembra che la spari grossa ma probabilmente è invece il più realista di tutti. Le manifestazioni che sono proseguite anche ieri rivelano l’urgenza di un intervento molto drastico a favore delle categorie più colpite. Il sostegno sulle spese fisse, invocato ieri anche da Letta, non sarà evitabile, soprattutto per quanto riguarda gli affitti, con il ripristino del credito d’imposta.

In caso contrario per molti la chiusura sarà obbligata. Bonaccini avanza un altro suggerimento: il prolungamento per tutto il 2021 della sospensione della tassa per l’occupazione di suolo pubblico, che per ora dovrebbe arrivare alla fine di giugno.

Le misure a favore delle categorie più massacrate non saranno sufficienti. Col piano vaccini che marca il passo e la ripresa che di conseguenza si allontana gli «aiuti a pioggia», cioè i sussidi per quei circa 5 milioni e mezzo di persone rimaste senza un soldo, non potranno essere interrotti. Ma il passaggio è stretto perché la crisi prolungata ben oltre le previsioni dell’autunno scorso rende allo stesso tempo più problematico e più necessario aumentare ancora il debito.

La Nadef d’autunno prevedeva un aumento del Pil tendenziale del 5,1%. È probabile che il Def lo riveda di un punto almeno, portandolo al 4,1% ma è anche questa una previsione rosea che sarà probabilmente corretta di nuovo dalla Nadef in autunno.

Del Pnrr si sa ancora molto poco. Il ministro Cingolani ripete da giorni a tutti, e ieri anche a Greenpeace, che il Piano del governo Conte sarà radicalmente rivisto puntando proprio sulla riconversione energetica. Ma se il governo vuole arrivare alla fine dell’anno senza un Paese travolto dalla crisi dovrà anche fare in modo che quel Piano crei posti di lavoro subito e in gran quantità.

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