Scorie nucleari, il sindaco di Trino fa retromarcia
Piemonte Pressioni politiche ma anche probabili future grane legali hanno convinto Daniele Pane (FdI) a ritirare la candidatura. Legambiente: «Ha finalmente preso atto dell’assurdità di proporre questo territorio, già giudicato inidoneo, a ospitare il deposito nazionale, ora si dimetta»
Piemonte Pressioni politiche ma anche probabili future grane legali hanno convinto Daniele Pane (FdI) a ritirare la candidatura. Legambiente: «Ha finalmente preso atto dell’assurdità di proporre questo territorio, già giudicato inidoneo, a ospitare il deposito nazionale, ora si dimetta»
L’autocandidatura del comune di Trino Vercellese doveva sparigliare le carte e togliere le castagne dal fuoco al governo Meloni, che – fuori dal percorso di individuazione del deposito nazionale delle scorie nucleari tramite i criteri fissati da Ispra – lo scorso 9 dicembre, con il decreto-legge Energia, aveva fornito al sindaco Daniele Pane (Fratelli d’Italia) l’assist per proporsi. Nonostante Trino – terra d’acqua e di risaie nonché sede della dismessa centrale atomica Enrico Fermi – fosse stata esclusa da Sogin addirittura dalla precedente Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), per motivi oggettivi: una falda troppo superficiale e una faglia che potrebbe diventare attiva.
Aspetti che non avevano fatto desistere il sindaco Pane dal proporre il comune come sede del sito. In ballo, contributi pubblici milionari e una ghiotta opportunità occupazionale per il territorio.
LA SCELTA era stata formalizzata in giunta il 12 gennaio, ma si è rilevata un fallimento. Non gli hanno voltato le spalle solo i cittadini e gli ambientalisti riuniti nel comitato TriNo, ma anche lo stesso centrodestra piemontese a partire dall’alfiere della coalizione, il governatore Alberto Cirio, che – a pochi mesi dalla prossima tornata elettorale – aveva lapidariamente dichiarato: «Il Piemonte ha già fatto la sua parte». Pressioni politiche ma anche probabili future grane legali (una decina di sindaci stava preparando un ricorso al Tar) hanno così portato il sindaco di Trino a fare marcia indietro.
MARTEDÌ ha revocato la decisione in giunta e, ieri, l’ha commentata in pubblico: «Visto che diversi comuni sia della provincia di Vercelli sia di quella di Alessandria, i presidenti delle due amministrazioni provinciali, quello della regione e le associazioni ambientaliste non hanno condiviso la nostra scelta, abbiamo deciso di revocare quella delibera».
Nell’atto la giunta chiede al governo e al ministero dell’Ambiente, che forse più di tutti speravano nel «sacrificio» trinese, ai parlamentari piemontesi, alle associazioni ambientaliste e a Sogin di farsi promotori di azioni concrete e rapide verso i 51 siti selezionati dalla Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai) «al fine di realizzare quanto prima il deposito unico nazionale, soprattutto in relazione alla permanenza a Trino di scorie della vecchia centrale in depositi non certo tecnologicamente aggiornati come quelli previsti nel progetto del grande stoccaggio nazionale».
IL COMITATO TRINO ha preso atto con soddisfazione del ritiro dell’autocandidatura. Per Legambiente rappresenta una grande e importante vittoria. «Finalmente – dice il presidente Stefano Ciafani – ha vinto il buon senso e il comune ha ascoltato e accolto la richiesta di Legambiente e delle tante associazioni, dei comitati di cittadini, a cominciare dal comitato TriNo, dei vescovi locali e dei movimenti sindacali contrari a questa insensata candidatura. Lo scorso febbraio oltre 300 persone hanno partecipato alla manifestazione che abbiamo organizzato a Trino proprio per sottolineare che non è un sito né idoneo e né sicuro per ospitare il deposito nucleare».
Gian Piero Godio di Legambiente del Vercellese e Umberto Lorini di Pro Natura chiedono le dimissioni del sindaco Pane: «Ha finalmente preso atto dell’assurdità di autocandidare questo territorio, già giudicato inidoneo, a ospitare il deposito nazionale. Pane ha dimostrato in questi mesi di non aver compreso le ragioni per cui Trino è incandidabile e, come amministratore, di non essere in grado di rappresentare la volontà dei cittadini e delle istituzioni di questo territorio a metà tra Vercellese e Monferrato. Se fosse coerente, avrebbe già rassegnato le dimissioni da sindaco».
E, infine, attaccano: «Le associazioni ambientaliste hanno da sempre sottolineato la necessità della realizzazione di un deposito nazionale per il materiale radioattivo e, su questo, il sindaco di Trino cos’ha fatto? Ha soltanto e sempre contribuito a rallentare e inquinare la procedura. Ora chiediamo che il sito definitivo venga individuato con una procedura trasparente e basata su criteri scientifici e di sicurezza».
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