Scontro De Magistris-Saviano: «Sei un brand e speculi su Napoli», «Nascondi la polvere sotto il divano»
Napoli Il sindaco e lo scrittore duellano sui social dopo gli spari di una «paranza» camorrista. De Magistris reagisce all’accusa di «connivenza» con la delinquenza. Saviano evoca «lacché più o meno pagati» che pugnaleranno il sindaco alle fine delle sue «mistificazioni». Alla fine di una giornata molto polemica, l’invito del politico a «lavorare insieme e a non pontificare»
Napoli Il sindaco e lo scrittore duellano sui social dopo gli spari di una «paranza» camorrista. De Magistris reagisce all’accusa di «connivenza» con la delinquenza. Saviano evoca «lacché più o meno pagati» che pugnaleranno il sindaco alle fine delle sue «mistificazioni». Alla fine di una giornata molto polemica, l’invito del politico a «lavorare insieme e a non pontificare»
Mercoledì scorso, nel mercato partenopeo della Duchesca, i clan hanno cercato di imporre il pizzo a un ambulante senegalese. Di fronte al rifiuto, è scattato il raid: tre migranti e una ragazzina di dieci anni sono stati feriti dai colpi esplosi dalla «paranza» di giovani camorristi. Il giorno dopo, in una intervista su Repubblica, Roberto Saviano è intervenuto molto duramente: «Napoli non è cambiata. Illudersi di risolvere problemi strutturali urlando al turismo o alle feste di piazza è da ingenui. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore diventa connivenza». L’allusione è al sindaco Luigi de Magistris, «in carica da sei anni, ma parla come se si fosse appena insediato». Lo scontro tra lo scrittore e l’ex pm va avanti praticamente dal primo giorno della giunta arancione. Saviano, ad esempio, aveva accusato il sindaco di comportarsi come Johnny Stecchino, secondo cui il problema di Palermo era il traffico.
Il termine connivenza non è andato giù così ieri mattina de Magistris ha replicato via facebook molto duramente: «Caro Saviano, mi occupo di criminalità organizzata e corruzione da circa 25 anni, inizialmente come pubblico ministero, oggi da sindaco di Napoli. E ho pagato prezzi altissimi. Non ti ho visto al nostro fianco». E poi l’accusa di sciacallaggio: «Ogni volta che succede un fatto di cronaca nera arriva, come un orologio, la tua invettiva. Più si spara, più cresce la tua impresa. Se utilizzassi le tue categorie mentali, dovrei pensare che tu auspichi l’invincibilità della camorra per non perdere il ruolo che ti hanno e ti sei costruito. E probabilmente accumulare tanti denari».
Il post prosegue con la difesa dei risultati raggiunti pur nelle ristrettezze del predissesto a cui è stato costretto il comune dopo 17 anni di amministrazioni Pd: fine della speculazione sulla crisi rifiuti, niente rapporti con la malavita, crescita del turismo, autonomia dal governo. Così il sindaco incalza: «Vuoi vedere che sei un personaggio divenuto suscettibile di valutazione economica e commerciale? Un brand che tira se tira una certa narrazione. Non voglio crederci. Voglio ancora pensare che, in fondo, non conosci Napoli. Le tue idee contrarie saranno sempre legittime e le racconteremo, ma per noi non sei il depositario della verità». C’è tempo anche per aggiungere un «senza rancore» ma ormai la bomba è deflagrata. Alle 18 le condivisioni del post erano oltre 22mila. Nel pomeriggio de Magistris ha incontrato al comune i tre senegalesi feriti ed è andato a visitare la ragazzina di dieci anni, a cui è stata estratta una pallottola dal piede. Con i giornalisti ha poi puntualizzato che, quando l’anno scorso il ministro Alfano decise l’invio dell’esercito, l’amministrazione aveva sottolineato che non sarebbe servito per il contrasto al crimine organizzato: «C’è bisogno di non tagliare la sicurezza urbana, fare i concorsi, dare risorse materiali, economiche, più pattuglie per strada. I vincoli di stabilità ci impediscono di mettere in campo più forze, soprattutto nei giorni festivi. Bisogna investire in cultura per consentire ai ragazzi di deporre le armi».
Nel pomeriggio è arrivata la replica di Saviano via social: «Il sindaco de Magistris come sempre non dice nulla sul merito delle questioni, è un populista. A lui non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli». Lo scrittore accusa il sindaco di ignorare le periferie, i killer in azione nelle strade cittadine, la gestione del patrimonio comunale nelle zone controllate dalla camorra, fino a dargli del webete, per poi concludere: «Il problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, il problema è che poi Saviano ne parlerà. Quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per edulcorare la realtà, per evitare di affrontarla».
Lo scontro ha aperto il valzer dei commenti con il Pd, per una volta, tutto schierato con Saviano. Così in serata è de Magistris ha controreplicare: «Ho detto ciò che penso, perché dovei fare un passo indietro? Si chieda a lui di fare un passo indietro. Qui non si tratta di un’invettiva di Luigi de Magistris contro Saviano, la mia è una risposta, in quanto sindaco, a un’inaccettabile ricostruzione dei fatti e che segue a un’ulteriore sequela di ricostruzioni fuori dalla realtà che lui ha fatto negli ultimi tempi». Nel finale la richiesta, già fatta altre volte, a «lavorare assieme e non pontificare».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento