Scontri a colori tra studenti e poliziotti
Milano Due cariche della polizia davanti al Pirellone non spaventano la manifestazione contro il finanziamento delle scuole private voluto dalla giunta regionale di Roberto Maroni. Il ministro dell'Istruzione Carrozza twitta contro la violenza, le opposizioni in Regione (M5S e Patto Civico) invece stanno con gli studenti.
Milano Due cariche della polizia davanti al Pirellone non spaventano la manifestazione contro il finanziamento delle scuole private voluto dalla giunta regionale di Roberto Maroni. Il ministro dell'Istruzione Carrozza twitta contro la violenza, le opposizioni in Regione (M5S e Patto Civico) invece stanno con gli studenti.
Per quanto possa essere simbolico il lancio di vernice, come dicono gli studenti, in fondo si tratta pur sempre di colore appiccicoso, sgradevole sui manganelli e sulle divise da lavare. E allora giù botte come al solito, ma con giudizio, perché non era il caso di esagerare. Gli studenti di Milano che ieri hanno sbattuto contro il muro poco sensibile della polizia stavano solo cercando di avvicinarsi al Pirellone, dove il consiglio regionale era riunito per discutere la manovra finanziaria della Lombardia. All’ordine del giorno, la conferma del finanziamento di 30 milioni di euro alle scuole private, e in più la beffa della riduzione della “dote per il sostegno al reddito” per le famiglie più povere da 23,5 a 5 milioni di euro (18 milioni di euro in meno per le scuole pubbliche, Robin Hood al contrario).
Non per nobilitare il tentativo di sfondamento a colori, ma in fondo gli studenti stavano solo difendendo la Costituzione, perché anche il “buono scuola” del governatore Roberto Maroni non è altro che un finanziamento pubblico alle scuole private. Dunque anticostituzionale. Dettagli che non scaldano più nessuno, piazze comprese: gli studenti erano pochini. Figuriamoci la politica. E allora non sarà una tragedia se per farsi sentire ogni tanto riempiono di rosso qualche palloncino e si spintonano con i poliziotti – che non sempre fraternizzano. L’ha presa male il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, con un “cinguettio” svogliato che però non entra nel merito, che è una porcheria se consideriamo lo stato della scuola pubblica: “Agli studenti di Milano: questo è il governo che ha investito sulla scuola. Basta con la violenza, protesta sì ma non violenta”.
Milano ha cominciato a prendere un colorito diverso dal solito al mattino presto, quando alcuni ragazzi hanno sporcato di rosso la fontana di piazza Castello, una performance contro “il dissanguamento della scuola pubblica”. In questo caso l’ha presa piuttosto male l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Carmela Rozza: “Manifestare è lecito ma non è accettabile che vengano danneggiati beni pubblici”. Ripulire la fontana, dice, costerà 8 mila euro e forse qualcuno dovrà prepararsi a fare una colletta: “Chiederemo i danni” (anche se per i vigili la sostanza si è diluita senza problemi). Fatto lo show, la manifestazione organizzata da Casc, Rete Studenti, Uds e Fronte della Gioventù Comunista ha preso la strada della stazione Centrale sapendo che si sarebbe misurata con la scarsa voglia di solidarizzare dei poliziotti. Dopo un paio di cariche robuste gli studenti hanno voltato le spalle ai detriti di piazza Duca d’Aosta e si sono incamminati verso il centro per un sit-in provocatoriamente allestito in Porta Venezia, pedinati a distanza da un esercito di divise imbrattate di vernice.
Nel frattempo, dentro al consiglio regionale, quattro studenti e due insegnanti “imbucati” sono riusciti a bloccare la seduta srotolando uno striscione dalla tribuna del pubblico. Un’azione a sorpresa, una boccata d’aria fresca, considerando gli attestati di stima da parte di alcuni consiglieri dell’opposizione che non possono certo avvalersi di uova e palloncini molesti. Per Lucia Castellano, capogruppo di Patto Civico, ed ex assessore nella giunta Pisapia, “il punto inaccettabile della questione è l’esito ulteriormente discriminatorio dei nuovi tagli alla scuola pubblica previsti dal bilancio regionale”. E’ per questo che la disparità dei criteri di assegnazione tra scuola pubblica e private “da sola grida vendetta”. Anche il capogruppo M5S, Paola Macchi, si è schierato con gli studenti, riservando una frecciata al Pd, “la settimana scorsa ha approvato un finanziamento intollerabile alle scuole materne private e si è sempre astenuto in aula quando abbiamo presentato azioni per contrastare il buono scuola”. Dei milioni regalati alle private si discuterà oggi in consiglio regionale. Le opposizioni sono state invitate a presentare un’eccezione di incostituzionalità per bloccarne l’erogazione.
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