Scomodo, l’informazione «slow» dei liceali romani è un mensile autofinanziato
Giornalismo Un magazine di approfondimento, rigorosamente su carta, con una redazione di 200 studenti in tutta la metropoli: "Non siamo apriori contro la rete che può essere utile e rivoluzionaria. Abbiamo bisogno di approfondimento e inchieste per spiegare il mondo che cambia". "La nostra militanza culturale in una città-deserto"
Giornalismo Un magazine di approfondimento, rigorosamente su carta, con una redazione di 200 studenti in tutta la metropoli: "Non siamo apriori contro la rete che può essere utile e rivoluzionaria. Abbiamo bisogno di approfondimento e inchieste per spiegare il mondo che cambia". "La nostra militanza culturale in una città-deserto"
La copertina è di ZeroCalcare: uno studente assorbito dalla lettura del nuovo mensile dei liceali romani «Scomodo» trascinato da due poliziotti. «Scomodo» non è solo una rivista di inchiesta e approfondimenti, di racconto e passioni musicali, vecchie e nuove, ma un esperimento di massa.
È un esperimento di massa. La sua redazione è composta da quasi 200 studenti-redattori. Lo si potrebbe definire un giornale-comunità. È stato ideato da Adriano Cava, Tommaso Salaroli e Edoardo Bucci e, considerati i numeri, ha prodotto un entusiasmo contagioso.
Migliaia le copie stampate, costo 4 mila euro. Una somma raccolta nella prima «notte scomoda» organizzata al liceo Machiavelli di San Lorenzo. La scuola è stata occupata per una serata di autofinanziamento, musica e esposizioni artistiche curate dagli studenti del liceo Ripetta e dal gruppo di «Ostia Male».
«Per noi queste occasioni sono importantissime – sostiene Edoardo Bucci – Ci autofinanziamo, e non vogliamo editori, né condizionamenti. Sperimentiamo un nuovo modello di cultura e socialità in una città dove ce ne sono sempre meno e quelle che ci sono sono a pagamento».
Nell’editoriale del «numero zero» sul cartaceo, e nella nota pubblicata sul sito www.leggiscomodo.org la linea editoriale è chiara: la rivista sarà solo cartacea, non online.
«Non siamo apriori contro la rete, in molti contesti è utile e rivoluzionaria – precisa Edoardo – Abbiamo bisogno di un’informazione che parta dal cartaceo e sviluppi la riflessione. Per come viene usata oggi, la rete porta a creare contenuti effimeri che vanno dietro agli slogan e non al discorso completo, all’approfondimento, alla riflessione ad ampio raggio. Basta pensare al presidente del Consiglio Renzi che comunica con i tweet».
Scomodo vuole fare «slow news». «Sviluppiamo l’informazione lenta. Inchiesta sul territorio, approfondimenti su storia, scienze, economia, e musica e culture – spiega Edoardo – Non siamo più educati a un’informazione che ampli il nostro quadro culturale. È la nostra militanza culturale, a partire dal sito e dall’impaginazione».
Il prossimo numero, è previsto il 22 novembre. È in programmazione anche un’altra «notte scomoda», entro fine anno.
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